Cuneo fiscale, sconto da 225 euro Si potrà cambiare banca senza spese

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ROMA — Con il via libera al cuneo fiscale e a molti emendamenti voluti dal governo, la legge di Stabilità si è avviata ieri verso il dibattito in Aula. Sul nuovo regime impositivo per la casa si è lavorato fino a tarda sera per trovare la quadra tra Pd e Ncd, intanto, per tutta la seduta, i senatori di Forza Italia si sono astenuti nelle votazioni (al Senato l’astensione equivale a un voto contrario) contestando vibratamente la conduzione dei lavori, priva di una reale presenza del governo, ma avviando di fatto l’opposizione allo stesso. In questo scenario il presidente del Consiglio Enrico Letta, da Berlino, ha mantenuto la propria visione positiva. «I conti si faranno alla fine — ha detto — e alla fine si vedrà che è una legge di Stabilità equilibrata». Intanto il viceministro all’Economia, Stefano Fassina, ospite di Omnibus , apre un altro fronte, criticando la cifra di 32 miliardi di euro, indicata dal ministro Fabrizio Saccomanni come target triennale di risparmi possibili dalla spending review, firmata dall’ex economista del Fondo monetario internazionale Carlo Cottarelli. Per Fassina arrivare a una cifra simile significa «cambiare il modello sociale».
Tornando alla Stabilità, per il cuneo ieri è passata la proposta della senatrice (Pd) Rita Ghedini che blocca a 32 mila euro il tetto degli aventi diritto e concentra nella fascia tra i 15 e i 18 mila euro di reddito lordo annuo le maggiori detrazioni pari a 1,7 miliardi di euro. Con questo schema l’aumento massimo in busta paga sarà di 225 euro netti annui che non saranno pagati in una unica soluzione ma mese per mese. In commissione Bilancio del Senato i relatori Giorgio Santini (Pd) e Antonio D’Alì (Ncd) anche ieri hanno sfornato novità a getto continuo: una novità riguarda una vera e propria stretta sulle partecipate degli enti locali con un taglio fino al 30% della retribuzione dei dirigenti laddove si verifichino tre bilanci negativi consecutivamente, per arrivare fino al licenziamento. Tra le norme approvate, quella contestata dai sindaci in base alla quale i Comuni saranno tenuti a «accantonare in un fondo vincolato un importo pari alle perdite accusate dalle società controllate». È chiaro che, qualora non potranno farlo, dovranno vendere o chiudere.
E ancora: via libera alla possibilità di trasferire un conto corrente da una banca a un’altra senza spese aggiuntive purché le banche coinvolte aderiscano ai comuni protocolli tecnici interbancari. Novità fiscali in arrivo sul leasing dei beni strumentali con vantaggio per le piccole e medie imprese che si vedono ridurre il tempo di leasing da 18 a 12 anni mentre viene abolita la tassa provinciale (Ipt). In compenso, per il subentro al leasing verso la fine del contratto di un soggetto diverso, verrà introdotta l’imposta del 4% con un beneficio per l’erario di circa 600 milioni di euro.
Verso una soluzione l’emendamento sui nuovi stadi, fonte di molte critiche. Secondo il sottosegretario alla presidenza, Giovanni Legnini, starebbe maturando un accordo su un’ipotesi che non prevede più interventi collegati di edilizia abitativa ma solo operazioni di spazi commerciali dentro le strutture sportive. Passa la vendita dei veicoli sequestrati per ridurre i costi di custodia a carico dello Stato, vengono elevati a 20 i milioni destinati a Lampedusa per rafforzare la dotazione di infrastrutture e servizi utili per fronteggiare le ondate migratorie. Le riscossioni comunali delle entrate tributarie rimarranno in carico a Equitalia fino a tutto il 2014. Si riaprono poi i termini per la rivalutazione dei beni delle imprese e dei terreni edificabili: un emendamento presentato dai relatori consente che la perizia giurata venga fatta entro il 30 giugno 2014. Da quella data le «imposte sostitutive possono essere rateizzate fino ad un massimo di tre rate annuali di pari importo ma con interessi di mora del 3% annui».
L’aumento delle tasse sulle sigarette slitta invece al 2015, creando così un «buco» finanziario di 50 milioni di euro che dovrà essere compensato in altro modo. Di Santini e D’Alì l’emendamento che prevede il ritorno del «garante del contribuente», figura abolita nel 2009: avrà un compenso dimezzato e non a carico della finanza pubblica. Infine dal 2014, come aveva annunciato Letta durante la presentazione della legge di Stabilità a metà ottobre, si voterà solo la domenica dalle ore 7 alle 23, come avviene da molti anni nel resto d’Europa.
Roberto Bagnoli


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