Ecco il “preservativo perfetto” l’ultima battaglia di Bill Gates

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LONDRA — Ha una storia lunga quanto la civiltà umana, ma adesso qualcuno vorrebbe reinventarlo per il 21esimo secolo, ed è un signore che di invenzioni se ne intende. Bill Gates, il fondatore della Microsoft, ha donato attraverso la sua fondazione 64 mila sterline alla Manchester University per creare un nuovo tipo di profilattico. Come i programmi di software della sua azienda, anche questo sarebbe ad alta tecnologia: lo scopo è produrre un preservativo di grafene, il rivoluzionario materiale che fece vincere nel 2004 il premio Nobel al suo inventore. L’intento di Gates è benefico: spingere più gente ad usare il “condom” nei rapporti sessuali, specie nel mondo in via di sviluppo, dove spesso rappresenta la prima e più importante barriera contro la trasmissione di malattie, a cominciare dall’Aids, e per la prevenzione delle nascite. Un nuovo capitolo della battaglia che la Bill and Melinda Gates Foundation combatte per debellare virus, portare l’igiene, salvare vite e innescare progresso in Africa e in altre regioni povere del nostro pianeta.
La cifra, pari a circa 75 mila euro, certo non è alta, specie se confrontata con i 28 miliardi di dollari che i coniugi Gates hanno finora donato alla propria fondazione, la più grande del mondo in materia di beneficenza. Ma è diretta soltanto a mettere a punto l’invenzione, ad arrivare a un prototipo, finanziando il primo anno di ricerche: ben altre risorse, eventualmente, verrebbero messe a disposizione dopo. Quando il grafene fu scoperto una decina d’anni fa, ricorda il Times di Londra, ci fu chi ironizzò: a cosa mai poteva servire quel tessuto ultra-leggero e ultra-resistente, oltre che a sospingere la rivoluzione digitale? Magari a fare “un condom high tech”?
Ebbene sì, risponde adesso il professor Aravind Vijayaragnavan dell’università di Manchester, lo scienziato a cui è stato affidato il progetto: «Ha tutte le proprietà giuste, ma nessuno l’aveva preso seriamente in considerazione fino ad ora». Ottenuto in laboratorio dalla grafite, il grafene infatti è un materiale consistente in uno strato monoatomico di atomi di carbonio, che ha cioè uno spessore ridotto al minimo, equivalente alle dimensioni di un solo atomo, ma è anche duro quanto il diamante. «Sarebbe quindi perfetto per un profilattico più sottile e più resistente, senza perdere impermeabilità ed elasticità», afferma lo studioso. Dai primi preservativi ricavati da budella di animali, a quello moderno nato alla corte di Carlo d’Inghilterra nel Rinascimento (1665-1685), poi descritto per la prima volta in un trattato dallo scienziato italiano Gabriele Fallopio, ne è stata fatta di strada. Il “condom” al grafene, marmoreo ma quasi impercettibile, sarebbe l’evoluzione di una specie il cui compito è evitare che la specie umana si moltiplichi troppo o deperisca.


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