Il ritorno di Pecoraro Scanio L’ex ministro evergreen

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ROMA. I disastri ambientali tornano drammaticamente all’ordine del giorno. E gli evergreen dell’ecologia italiana tornano in campo. Il congresso dei verdi, che si terrà a Chianciano questo week end, segnerà il ritorno ufficiale di Alfonso Pecoraro Scanio nei panni -, e qui sta il bello della politica – del rottamatore.
Lo farà sfidando l’amico di un tempo, Angelo Bonelli, eletto portavoce nel 2009 anche grazie all’ex ministro, all’epoca uscito malconcio dal mandato nel governo Prodi. I due si tennero per mano per sconfiggere l’area di Loredana De Petris, che voleva portare il partito nella nascente Sinistra ecologia e libertà. Pochi mesi dopo De Petris viene espulsa (con Paolo Cento e altri) perché ha aderito al movimento vendoliano. Pecoraro invece si dà all’insegnamento, lasciandosi alle spalle – perché assolto – l’accusa di tentata concussione in un’indagine a Crotone su tangenti per le nuove centrali elettriche. Ma nel 2011 chiede – a sorpresa, avendo sempre giurato il contrario – e ottiene dall’aula di Montecitorio il no all’uso delle intercettazioni per un’indagine del pm Woodcock, allora a Potenza, su rapporti con imprenditori legati allo smaltimento dei rifiuti e con il titolare di un’agenzia di vacanze di lusso. Pd e Idv votano no, Pdl e radicali sì. Ed è qui che Bonelli rompe il sodalizio: la richiesta di non usare le intercettazioni «contraddice il nostro spirito», dichiara. Per i pm resta in piedi un’ipotesi di finanziamento illecito, Pecoraro giura di poter provare la sua innocenza.
Ma sono le vicende politiche quelle più indigeribili per i verdi: la «gestione personalistica» del partito, il seggio senatoriale per il fratello Marco in Campania nel 2006. Acqua passata, a casa verde?
Si vedrà sabato. Dove lo scontro raddoppia: ispirandosi ai verdi tedeschi, gli italiani hanno deciso la rappresentanza di genere negli organi dirigenti. A sfidarsi saranno tre coppie: l’uscente Bonelli in tandem con l’ex deputata Luana Zanella; Giampaolo Cesaretti, docente all’università Parthenope di Napoli, con la giovane Elisa Scarano. E Francesco Emilio Borrelli, portavoce campano e ex assessore provinciale, con la marchigiana Laura Scaldi.
E qui rientra in gioco Pecoraro. Che è vicino a Cesaretti – che però potrebbe ritirarsi dalla corsa – ma anche a Borrelli, a sua volta storico collaboratore dell’ex ministro. Alle comunali di Napoli Borrelli ha appoggiato il candidato del Pd. E qualche mese fa ha sostenuto la proposta Pdl di riaprire il condono edilizio. Con lui Pecoraro prepara la sua rentrée: «In questi anni sono rimasto iscritto al Sole che ride ma questa volta parteciperò all’assemblea nazionale», annuncia. Senonché a Borrelli, cui piace definirsi «ecorottamatore», dal suo ex capo mette una distanza di sicurezza: «Non rinnego il mio passato, ma Pecoraro Scanio ha lasciato la politica dopo l’insuccesso di Sinistra Arcobaleno e ora insegna all’università». Vero. Ma alla politica l’ex ministro non ha mai smesso di pensare. Tant’è che la scorsa settimana si è presentato a fianco di Loredana De Petris in veste di ispiratore di un emendamento alla legge di stabilità – presentato da Sel – per il riscatto pubblico dell’isola di Budelli, in Sardegna. E non è un mistero che Borrelli e Pecoraro puntano al ritorno all’alleanza con il centrosinistra.
Bonelli, già consigliere regionale del Lazio ed ora al comune di Taranto, al contrario punta a riunificare la diaspora verde. Aprendo con ‘Green Italia’ – la nuova formazione ambientalista di Roberto Della Seta, Francesco Ferrante, Monica Frassoni ed altri, fra cui alcuni ex finiani – «un rapporto di collaborazione che faccia tornare i verdi italiani ad avere un ruolo importante, in questo paese in cui il fallimento di tutti gli ambientalisti in politica è chiaro». In vista delle europee, l’idea è quella di un patto federativo alla Europe écologie del francese Dany Cohn-Bendit, per restituire ai verdi di Strasburgo un riferimento italiano. Non a caso ieri la coppia Bonelli-Zanella ha ricevuto l’appoggio ufficiale di Cohn-Bendit, José Bové, del tedesco Cem Ozdemir e dei leader verdi di Belgio, Austria, Spagna e Catalogna, tutti tifosi di «un processo di riaggregazione degli ecologisti italiani». «La cronaca di questi giorni, dall’Ilva alla Terra dei fuochi, ci dice quanto è urgente», spiega Bonelli. «Ma per farlo non servono chiusure identitarie né posti nelle giunte che servano solo ad avere sedie. A Napoli abbiamo avuto un un presidente di provincia, un assessore comunale e uno provinciale. Ma non siamo stati in grado di proporre un progetto alternativo sui rifiuti. Infatti al corteo di sabato non eravamo certo i protagonisti». Uno degli assessori in questione, neanche a dirlo, è il pecorariano Borrelli.


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