Pil 2013 peggiore del previsto: meno 1,8% ma con timido ritorno degli italiani al risparmio

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ROMA — L’Italia rimanda l’appuntamento con la ripresa, che dopo otto trimestri di cali del Pil è rinviata a dicembre. Contrariamente agli auspici settembrini dell’esecutivo, tra giugno e agosto il prodotto interno lordo ha avuto saldo negativo, così peggiorano le attese per il 2013. «L’andamento trimestrale del Pil dovrebbe segnare nel terzo trimestre un calo, seppur limitato, seguito da un debole aumento nel quarto — ha detto Antonio Golini (Istat) al Senato — . A fine anno avrebbe quindi termine la fase recessiva iniziata nell’aprile 2011». L’ultima stima governativa era -1,7% sul 2013. «Nel corso di una crisi economica senza precedenti l’Italia ha perso più di 8 punti di Pil.
Ora gli indicatori segnalano che l’attività economica s’è stabilizzata, avviandosi a graduale ripresa », ha detto alle commissioni bilancio di Camera e Senato il ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni, per cui l’impatto «espansivo » della legge di stabilità in fieri accrescerà le stime del Pil 2014, pari all’1,1%.
Gli italiani ormai hanno fatto il callo: loro stimano «altri 3-4 anni per tornare ai livelli pre-crisi». Come attesta la ricerca Acri-Ipsos, comprimono i consumi per risparmiare, specie nella liquidità, mentre il mattone sprofonda. Negli ultimi 12 mesi la percentuale di italiani riusciti a risparmiare è salita dal 28% al 29%. Scendono, dal 31 al 30% le famiglie con saldo finanziario negativo, e un costante 40% consuma tutto quel che incassa. L’avvitarsi della crisi (per il 91% «assai grave»), aumenta la percezione di risparmio come perno della ripresa: il 41% vorrebbe basarci lo sviluppo del paese (28% tre anni fa). Oggi, a Roma, “Risparmio volano della ripresa produttiva” è il tema dell’89° Giornata mondiale del risparmio, con il presidente Acri Giuseppe Guzzetti, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco e Saccomanni.
La crisi ha indirettamente colpito il 40% delle famiglie, con perdita di lavoro (20%), peggioramento delle sue condizioni (15%), cambi di posto (4%), pagamenti a singhiozzo (3%). Chi riesce a risparmiare trascura il mattone: nel 2006 il 70% lo riteneva “l’investimento ideale”, oggi è il 29%. Aumenta al 34% (record) chi investe in strumenti conservativi come risparmio postale, bond e Btp. Costante e prevalente resta il “parcheggio” nella liquidità (66%). Mestamente, aumenta la fiducia sulla ripresa europea (37% fiduciosi, 23% pessimisti), ma sull’Italia solo il 24% è fiducioso, il 47% è sfiduciato.


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