In Georgia vince il filosofo di Putin

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MOSCA — Si è chiusa definitivamente ieri sera, senza troppi clamori e con una festa contenuta per le strade della capitale georgiana Tblisi, l’era di una delle tante rivoluzioni colorate che avevano scosso l’ex Unione Sovietica. Il presidente uscente Mikhail Saakashvili, protagonista della “Rivoluzione delle Rose” che aveva evocato speranze di democrazia e di “occidentalizzazione” della più importante nazione caucasica, esce definitivamente di scena. Nuovo presidente è stato eletto al primo turno, Georgij Margvelashvili, filosofo di 44 anni, prestato alla politica soprattutto perché amico personale e consigliere di quello che sembra restare il vero dominus della politica georgiana: l’attuale premier Bidzna Ivanishvili, detto “Boris”, miliardario eccentrico e attualmente premier in carica con interessi e amici importanti nella cerchia del Cremlino.
Margvelashvili, professore molto preso dai suoi studi ma candidato a sorpresa pochi mesi fa dal partito “Sogno Georgiano” di Ivanishvili, ha ottenuto tra il 65 e il 70% dei voti battendo largamente il rivale, David Bakradze, fedelissimo ed erede mancato di Saakashvili.
Risultati netti di una campagna elettorale grigia e distratta nella quale si è spesso avuta la sensazione che nessuno volesse spendersi tanto per vincere. La radicale riforma della Costituzione, voluta proprio da Saakashvili un anno fa, riduce infatti moltissimo i poteri del Presidente, che adesso è una figura più o meno simbolica. Il potere vero rimane al miliardario Ivanishvili che attualmente regge il governo dal suo Palazzo Imperiale (lo chiamano proprio così), in vetro e cemento realizzato a costi da mille e una notte dall’architetto futurista
giapponese Shin Takamatsu. Proprio lui ha scelto come candidato alla carica più alta dello stato un uomo cui è notoriamente affezionato ma di che non ha mai considerato un vero talento politico. Nella gerarchia di “Sogno georgiano” il neo-presidente non ha mai avuti incarichi di grande responsabilità: prima ministro dell’Istruzione e poi promosso a vice premier tanto per giustificare la sua candidatura.
Il vero pupillo del magnate premier è un altro. Il ministro della Difesa Irakli Alasania. E per lui Ivanishvili ha in mente un progetto rivoluzionario: presto vuole cedergli il posto da premier rimanendo a gestire gli interessi economici, politici e strategici della Georgia dal suo lussuoso palazzo e con i suoi immensi capitali. Lo farebbe restando ufficialmente nell’ombra e avendo due uomini fidatissimi nei posti chiave: uno scafato politico da premier e un presidente intellettuale a gestire gli affari di rappresentanza. Ivanishvili si occuperà della questione più delicata per una ex repubblica sovietica. L’equilibrio delicatissimo tra gli interessi di Mosca e le avance statunitensi ed europee. Bisognerà non irritare Putin e allo stesso tempo sfruttare il vantaggio delle lusinghe occidentali. Lavoro troppo delicato per affidarlo ai politici.


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