Truffa Madoff, Jp Morgan coinvolta Fbi: “Non segnalò le sue manovre”

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NEW YORK — Un guaio al giorno, ormai è questa la nuova regola per JP Morgan Chase. La più grande banca americana, che sotto la guida di Jamie Dimon era parsa quasi invulnerabile allo shock sistemico del 2008, ora è il bersaglio prediletto per sanzioni record, processi e incriminazioni anche penali. A pochi giorni dalla maximulta di 13 miliardi, arriva una botta forse meno pesante economicamente ma quasi più clamorosa per la reputazione. E’ un’imminente azione giudiziaria, promossa dalla giustizia federale (quindi dall’Amministrazione Obama) per appurare responsabilità penali sul caso Bernard Madoff. Arrestato nel dicembre 2008, e condannato a 150 anni di carcere, Madoff sconta la sua pena in un penitenziario federale della North Carolina. In tribunale ammise la sua colpevolezza, per avere dilapidato o trafugato oltre 17 miliardi, ingannando i clienti che gli affidavano la gestione dei propri risparmi. Le perdite nominali potrebbero raggiungere i 64 miliardi. Il caso-Madoff fece scalpore per le somme coinvolte, tuttavia apparve subito come una classica “catena di Sant’Antonio”, un truffa all’antica, non particolarmente sofisticata.

Ora però le sue implicazioni coinvolgono la regina di Wall Street. Al termine di un’inchiesta durata cinque anni, condotta dall’Fbi e dal procuratore federale di Manhattan Preet Bharara, la JP Morgan rischia grosso: l’accusa è che diversi suoi dirigenti abbiano commesso un reato penale, omettendo di segnalare alle autorità i loro sospetti su Madoff. La JP Morgan infatti era la banca cui si appoggiava il truffatore per le sue operazioni, dal 1986. In così tanti anni di relazioni d’affari, la JP Morgan ebbe molte occasioni per intuire quel che Madoff stava combinando. E non si tratta di un teorema del tipo “non poteva non sapere”. L’Fbi ha messo le mani su prove concrete, email di dirigenti della JP Morgan in cui si dice che i guadagni offerti da Madoff ai suoi clienti erano “troppo belli per essere veri”. Un processo di questo tipo può arrivare molto lontano, non sono in ballo solo sanzioni economiche bensì atti criminali che possono portare in carcere i dirigenti bancari. Il Bank Secrecy Act è una legge federale che impone l’obbligo ai dirigenti di segnalare immediatamente qualsiasi attività sospetta alle autorità di governo. A sottolineare la gravità del caso, c’è il fatto che gli inquirenti hanno sentito il bisogno di allertare una delle authority di vigilanza sulle banche, l’Office of the Comptroller of the Currency.


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