ActionAid, “Italia a rischio fame: aiuti alimentari per 3,7 milioni di italiani”

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ROMA – In Italia 3,7 milioni di persone nel 2012 hanno ricevuto aiuti alimentari, il 13,5 per cento delle famiglie è in difficoltà, mentre si sprecano 18,5 miliardi di euro di cibo. Questo l’allarme lanciato oggi da ActionAid alla vigilia della Giornata mondiale dell’Alimentazione. Per l’occasione l’organizzazione umanitaria promuove una campagna di informazione e raccolta fondi “Operazione Fame”: si può contribuire con un sms solidale del valore di 2 euro al 45508 dal 21 ottobre al 31 ottobre. “La fame solo cambiando il sistema produttivo e distributivo del cibo – spiega ActionAid -, un modello fallimentare che affama non solo i Paesi del Sud del mondo, ma anche 15.7 milioni di persone nei Paesi ricchi”.

Al mondo una persona su otto non ha accesso al cibo. Sono 842 milioni le persone che soffrono la fame, spiega l’organizzazione, nonostante venga prodotto cibo sufficiente a sfamare molte più persone della popolazione mondiale. “Un dato rende bene l’assurdità dell’attuale modello – spiega ActionAid -: tre quarti delle persone che soffrono la fame, 652 milioni di persone, vivono laddove il cibo si produce. E il 75 per cento dei Paesi che presentano fenomeni di denutrizione sono esportatori di cibo. Al primo posto nella classifica delle aree più affamate della terra c’è l’Asia del Sud con 304 milioni di persone, al secondo posto l’Africa subsahariana con 234 milioni”.

Non sono solo i Paesi più poveri a soffrire la fame: è un problema che colpisce anche 15,7 milioni di persone che vivono nei Paesi industrializzati. “La crisi economica e sociale che ha investito i Paesi europei – spiega l’organizzazione – ha prodotto sacche di povertà e molti Paesi si sono trasformati in veri e propri incubatori di disuguaglianze e nuova povertà. Come l’Italia, segnata da gravi paradossi. Nel 2011 il 13,2 per cento, più di 1 famiglia italiana su 10, dichiara di non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni (6,9 per cento nel 2010). Più di sei italiani su cento mangiano alle mense dei poveri. Nel 2012 si registra un aumento del 9 per cento delle famiglie che hanno chiesto aiuto per mangiare: in totale sono 3,7 milioni le persone assistite con pacchi alimentari e pasti gratuiti nelle mense”. Scoraggiante il dato della distribuzione anagrafica della povertà, con una forte presenza sul totale di bambini tra zero e cinque anni (379.799) e anziani “over 65” (508.451). “Eppure, in Italia lo spreco di cibo della filiera industriale e delle famiglie ammonta a 18,5 miliardi. Il tutto mentre il nostro paese, nel 2011, ha ricevuto dall’UE quasi 100 milioni di euro in aiuti alimentari”.

Sprechi che a livello mondiale raggiungono cifre esorbitanti. “Ogni anno nel mondo finisce nella pattumiera una quantità di cibo pari a 750 miliardi di dollari – spiega la nota -. Ogni anno i consumatori dei Paesi ricchi sprecano quasi la stessa quantità di cibo (222 milioni di tonnellate) dell’intera produzione alimentare netta dell’africa sub-sahariana (230 milioni di tonnellate)”. La causa di questo squilibrio va ricercata in un sistema di produzione e distribuzione che si è rivelato fallimentare, spiega l’organizzazione -. “Cambiare questo modello e creare una “nuova democrazia del cibo” è l’obiettivo di Operazione Fame. Per combattere la fame ci vogliono gli strumenti giusti, questo il messaggio della campagna, il cui simbolo è proprio un cucchiaio bucato”. Un simbolo che oggi è stato consegnato anche a Papa Francesco per aver “messo al centro del Suo impegno quotidiano lo scandalo delle ingiustizie e dell’esclusione sociale”.(ga)

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