I 994 milioni di euro dati a Malta per un solo intervento di soccorso

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Si può condividere il suo appello. Ma un po’ di soldi, forse, li può «girare» anche Malta: dal 2004, anno della sua adesione alla Ue, l’isola ha ricevuto da Bruxelles fondi per circa 994 milioni di euro; 885 milioni in fondi strutturali e per la coesione, il resto per altri programmi o finanziamenti particolari. Se è stata «lasciata sola» dalla Ue, questo non è avvenuto certo nel campo finanziario. E una parte di queste risorse sarà stata presumibilmente destinata anche alla sorveglianza dei confini marini, alla protezione dei diritti umani, sulla porta meridionale dell’Europa: ma i risultati non sembrano finora sconvolgenti. Può darsi naturalmente che non vi sia alcun mistero, che i fondi europei siano stati usati anche per salvare i migranti extracomunitari, e più volte negli anni: esiste fra l’altro anche un «programma Italia-Malta 2007-2013» per la cooperazione in vari settori fra Malta e la Sicilia, cui La Valletta ha contribuito con 11,4 milioni. Però agli occhi della opinione pubblica la prima conferma tangibile dell’azione maltese è giunta solo con il salvataggio dell’altro giorno, peraltro molto ben organizzato. Nelle altre occasioni, come testimoniano le telecamere, si sono visti all’opera soprattutto le motovedette, gli elicotteri, gli aerei italiani.
Per tornare ai soldi che «girano», c’è anche da ricordare che Malta non ha nulla da invidiare all’Italia: le sue banche hanno in cassa un gruzzolo pari a 7 volte il Pil isolano (quasi il 790% del Pil, per la precisione), e tutte insieme sono considerate la seconda entità bancaria della zona euro, preceduta solo dal Lussemburgo. Pure, e probabilmente a ragione dal suo punto di vista, Malta ha chiesto altre risorse alla Ue, per partecipare alle operazioni di salvataggio. Forse, non è solo a Bruxelles che «i quattrini contano più delle vite umane».


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