Blitz sul finanziamento ai partiti incasseranno il 2 per mille dell’Irpef

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ROMA — Il clima fra Pd e Pdl, fra Letta e Alfano, non è poi così brutto. La buona novella circola nei corridoi di Montecitorio e si porta un possibile indizio: oggi, o al massimo martedì prossimo la Camera dovrebbe approvare la legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Lo ha deciso ieri la conferenza dei capigruppo che ha previsto che se discuta dalle 9,30 alle 18.
Il voto favorevole questa volta non dovrebbe mancare. Perché Pd, Pdl e Scelta civica avrebbero trovato un accordo politico sulle nuove norme. Un’intesa che stamani, prima della riunione dell’aula i relatori Emanuele Fiano e Maria Stella Gelmini presenteranno nel comitato dei nove.
E così la legge tanto attesa e tanto discussa, bollata con il marchi dell’urgenza, arrivata più volte vicino all’approdo finale e più volte ricacciata in alto mare, potrebbe essere approvata.
L’intesa prevede che i partiti potranno ricevere fondi pubblici pari al massimo del 2 per mille delle dichiarazioni dei redditi. Soldi che gli italiani potranno decidere se devolvere ed in questo caso scegliere il partito destinatario.
Le somme verranno divise in base alle scelte, senza altri meccanismi. Tanto per essere chiari non ci saranno marchingegni come quello dell’8 per mille alle Chiese che prevede una ripartizione proporzionale dell’intero 8 per mille. Cioè anche dell’inoptato. La norma dovrebbe entrare a regime in tre anni con un meccanismo a scalare degli attuali finanziamenti.
L’altra forma di finanziamento prevista per i partiti sono le erogazioni liberali dei privati e delle aziende. Ed era questo il nodo su cui si sono scontrati Pd e Pdl. Perché il Pd voleva un tetto a 100 mila euro, il Pdl non voleva tetti. Uno scontro che tirava in ballo ancora una volta il ruolo politico di Silvio Berlusconi che, nella scorsa primavera, avrebbe staccato al Pdl un assegno da 18 milioni di euro.
La soluzione trovata prevede che a regime, fra tre anni, un privato potrà dare ad un partito 300 mila euro. Le aziende, invece, si fermeranno a 200 mila. Ma anche in questo caso sarebbe stata trovata una mediazione a scalare. Il primo anno, infatti, un privato non potrebbe donare ad un partito più del 15 per cento del totale del bilancio, Il secondo anno la percentuale scende al 10 per cento e il terzo al 5 per cento.
Adesso bisogna aspettare e verificare se l’intesa reggerà alla prova dell’aula e all’attacco frontale dei grillini. Nella conferenza dei capigruppo c’è stato uno scontro sui tempi con il Movimento Cinque Stelle che accusa gli altri partiti di non volere la legge e lavorare per l’ennesimo rinvio. La maggioranza replica che sono loro, i grillini, che tramano per il rinvio e l’affossamento. Democratici e montiani, spiegano che per approvare la legge entro le 18 di oggi e passarla al Senato basterebbe limitare gli interventi sui 100 emendamenti già presentati.


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