“Abrogate la Bossi-Fini”, già 15mila firme ci sono anche Camusso, Fo e Cacciari

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ROMA — Migranti e profughi, sopravvissuti alle stragi nel Mediterraneo, mai più criminali per legge. Sono quindicimila in poche ore le adesioni alla petizione di
Repubblica che chiede l’abrogazione immediata della Bossi-Fini. L’appello lanciato da Stefano Rodotà, raccoglie subito il sì della Cgil e di Sel. Si mobilita il mondo della cultura e del volontariato. Sottoscrivono il Nobel Dario Fo, il filosofo Massimo Cacciari, il papà del commissario Montalbano, Andrea Camilleri e Gino Strada, fondatore di Emergency. Fa sentire la propria voce anche la Chiesa con la firma del vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero.
«La legge Bossi-Fini, come il reato di clandestinità — dice il leader della Cgil Susanna Camusso — sono razzismo trasposto in termini legislativi, sono l’idea che l’altro, il diverso da te, non sia una persona da accogliere, una cultura da comprendere, un mondo da scoprire, ma un nemico da respingere o incarcerare, un corpo pericoloso e dannoso da allontanare ». Camusso insiste per «il riconoscimento dello ius soli assieme alle tutele per i lavoratori migranti e a una nuova legislazione di accoglienza».
«Sono contro la Bossi-Fini — spiega Dario Fo — e anche contro Bossi e contro Fini che hanno fatto un regolamento senza conoscere la realtà e i problemi dei migranti. Grazie ai migranti lo Stato italiano incassa 13 miliardi di euro ». Un gettito spesso senza contropartita, nota il premio Nobel. «Pagano qui le tasse, poi magari decidono di cambiare Paese per trovare più possibilità di lavoro e perdono tutto. E lo Stato che fa? Li ripaga accusandoli del reato di immigrazione clandestina, anche quando sono morti per arrivare da noi».
Per Fo sono i cosiddetti centri di accoglienza a rappresentare l’immagine più vivida della criminalizzazione di chi arriva. «Io prenderei i firmatari della legge e li manderei in un centro di accoglienza per vedere come sono costretti a vivere questi uomini, donne e bambini. E ce li lascerei dentro».
Firmano l’appello l’ex leader Cgil e parlamentare europeo, Sergio Cofferati, il presidente di Idv, Antonio Di Pietro.
Fanno arrivare la loro adesione i premi Strega Paolo Giordano, Melania Mazzucco e Margaret Mazzantini.
E i registi Paolo Sorrentino, Roberto Andò — «Eliminando questa legge si ripristina anche in Italia il senso di una civiltà vera: accogliere il fratello. Abolirla lo considero un atto riparatorio » — e Cristina Comencini: «Una legge che induce a denunciare invece che ad accogliere in modo dignitoso chi fugge dalla guerra e dalla disperazione non è degna del nostro Paese». L’attore e regista Alessandro Gassman, impegnato con Amnesty definisce la Bossi-Fini «una vergogna». «È tempo — aggiunge — che si approvi lo ius soli: a prescindere dalla nazionalità, chiunque nasca nel
nostro Paese e paga le tasse deve avere la nazionalità italiana. Anche se oggi come oggi, visto quello che succede, avere la nazionalità italiana non è un bel regalo. Tra un po’ ce la tireranno dietro».


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