Legge sui rifugiati e accoglienza il piano per cambiare la Bossi-Fini

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ROMA — Legge organica sull’asilo. Più fondi ai comuni per l’accoglienza dei rifugiati. Controlli Ue (Frontex) rinforzati alle frontiere marittime dell’Italia. Ritocchi alla Bossi-Fini. La road map per riscrivere le regole dell’immigrazione è tracciata. Un pacchetto di quattro punti, elaborato ieri in un vertice a palazzo Chigi, per rispondere ai morti di Lampedusa.
Sul tavolo, un intervento in tempi brevi che non alteri gli equilibri del governo Letta, ma si muova su un terreno più stabile, puntando su alcune modifiche condivise. Insomma, non si discute la riscrittura da capo a piedi della legge Bossi-Fini (come molti nel Pd vorrebbero, a partire dal ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge), né la cancellazione con un colpo di spugna del reato di clandestinità (frutto del passato accordo Pdl-Lega). Si tratta, in primo luogo, di mettere mano a una legge organica sull’asilo, per rispondere a caldo all’indignazione internazionale per la tragedia di Lampedusa e alle ripetute richieste del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Dal governo si fa poi notare che l’emergenza oggi sono i rifugiati, mentre sempre meno sono i migranti economici che entrano e restano in Italia (sempre più Paese di transito dei flussi). Da qui la proposta, che verrà discussa in settimana in un vertice ministeriale tra Enrico Letta, Angelino Alfano, Fabrizio Saccomanni, Emma Bonino, Mario Mauro ed Enzo Moavero: una legge organica sul diritto d’asilo. Nel caso di Lampedusa infatti siamo di fronte a migranti in fuga da zone di guerra (Siria) o da Paesi dove rischiano comunque persecuzioni (Corno d’Africa). Insomma tutti potenziali richiedenti asilo in base alla Convenzione di Ginevra del 1951, alla quale l’Italia ha aderito insieme ad altri 143 Paesi. «Peccato però – spiega Christopher Hein, direttore del Consiglio italiano per i rifugiati – che mentre abbiamo un testo unico sull’immigrazione, sull’asilo abbiamo solo una giungla normativa di decreti e circolari e nulla di organico. Non solo. Il nostro sistema di accoglienza, diviso tra comuni e Cara, manca di una cabina di regia che elimini sprechi e inefficenze. Per non parlare dell’assenza di integrazione. E ancora:
bisognerebbe rendere possibile presentare la richiesta di asilo già all’estero, per esempio alla rappresentanza diplomatica italiana a Tripoli. Ben venga dunque un intervento in tal senso».
Tutto questo tenendo presente che il nostro Paese non è sotto assedio. Una prova? L’Italia nel 2012 ha ricevuto 15.715 richieste d’asilo: molte meno di Germania (77.500), Francia (60.600), Svezia (43.900), Gran Bretagna (28.200) e Belgio (28.100).
Nel pacchetto messo a punto dal governo, si prevede poi la concessione di nuovi fondi (2-
300 milioni), entro la prossima settimana, ai comuni impegnati nell’accoglienza dei rifugiati, in modo da alleggerire anche il peso su Lampedusa. Sul fronte europeo si chiederanno non tanto nuovi finanziamenti (l’Italia è già tra i principali beneficiari dei fondi europei sull’immigrazione), ma un rafforzamento dei rapporti con i Paesi d’origine dei flussi, a partire dalla Libia, per fermare le rotte della morte e un maggiore impegno di Frontex in Italia (agenzia europea per il pattugliamento delle frontiere esterne Ue), oggi troppo sbilanciato sul fronte spagnolo.
E ancora: il governo intende recepire in anticipo tre direttive europee sull’immigrazione che scadono nel 2015 (e invece potrebbero essere approvate nel pacchetto entro fine anno): le direttive “Qualifiche”, “Accoglienza” e “Procedure” proprio sul diritto di asilo. Infine la Bossi-Fini: la legge del 2002 ha più a che fare con i cosiddetti migranti economici, cioè coloro che scelgono di lasciare volontariamente il proprio Paese d’origine per cercare un lavoro, che con rifugiati. Anche per questo il governo prevede per ora solo dei ritocchi alla legge, per armonizzarla con le nuove norme in arrivo. Altro punto dolente è il regolamento di Dublino che affida al Paese di primo ingresso, ossia all’Italia, tutto il carico dei migranti.
Intanto proprio sull’asilo qualche proposta già avanza in Parlamento: il presidente del gruppo Pd alla Camera, Roberto Speranza, assieme ai deputati Antonello Giacomelli e Khalid Chaouki, ha pronto un testo di legge per dare «finalmente completa attuazione all’articolo 10 della Costituzione ». Un altro testo prende invece di mira il reato di clandestinità. A presentarlo è il senatore Pd, Luigi Manconi: «Quello è un reato orribile che punisce non per ciò che si fa ma per ciò che si è. Non per un delitto commesso, ma per una condizione di vita: migrante, fuggiasco, povero. E questo contribuisce a riportare il nostro ordinamento giuridico a una condizione precedente l’affermazione dello stato di diritto. Una ragione in più per abrogare una norma inutile, tanto più che la Corte costituzionale nel 2010, ha dichiarato illegittima l’aggravante di clandestinità».


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