Caos Imu sulla prima rata, duello Pd-Pdl

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Si è ripresa la scena. L’Imu è tornata la protagonista incontrastata della ribalta parlamentare. È bastato un emendamento del Pd a riaccendere le polveri. Troppo delicato il momento e troppo esplosivo il tema perché tutto rimanesse nei ranghi. 
Il detonatore è l’emendamento presentato da una parte del Pd alla Commissione bilancio della Camera che propone di ridurre la platea dei cittadini esentati dal pagamento della prima rata, fissando un tetto di rendita catastale pari a 750 euro. Con i soldi incassati, propongono gli esponenti del Pd, si potrebbe bloccare l’aumento dell’Iva. È evidente che si tratta di un emendamento «di sinistra» che, se votato, metterebbe in difficoltà il Pdl di Alfano e la stessa maggioranza. Prima soluzione di tamponamento: l’emendamento viene giudicato inammissibile dal presidente della commissione, Francesco Boccia (Pd), perché entra nel merito di vicende come l’Iva non pertinenti. Immediata la sterzata: l’emendamento viene ripresentato senza il riferimento all’Iva e quindi ritenuto ammissibile. 
A questo punto scatta la controffensiva del Pdl con Daniele Capezzone che dichiara: «Se il Pd non ritira l’emendamento compie un atto di autolesionismo politico per tre ragioni: la prima, perché è un emendamento tutto punitivo verso una quota rilevantissima di contribuenti. Perché il Pd verrebbe meno a un impegno politico pubblico e solenne del governo. La terza, perché si determinerebbe un problema rispetto ai trasferimenti già avvenuti agli enti locali. Mi auguro che la notte porti consiglio». 
In realtà non c’è nemmeno bisogno di aspettare la notte, perché è già la sera che porta subbuglio tra le fila del Partito Democratico, per la fibrillazione provocata al cuore del governo Letta. La situazione è talmente delicata che è lo stesso Maino Marchi, capogruppo Democratico in commissione Bilancio e primo firmatario delle proposte di modifica, a fare un’elegante marcia indietro sostenendo che se il governo darà «risposte soddisfacenti» su alcuni temi sociali, il Pd potrebbe «procedere al ritiro o alla riformulazione» dell’emendamento sull’Imu. 
Ma attenzione, sulla giostra delle proposte sale anche Scelta civica che, per bocca del capogruppo alla commissione Bilancio Enrico Zanetti, propone un emendamento che «senza bisogno di coperture aggiuntive, esclude l’imposta anche per la seconda rata a circa il 70% dei proprietari, rimettendo in pista l’imposta solo per il restante 30%, con sconti però da 200 a 400 euro rispetto al 2012». Zanetti non risparmia neanche la stoccata: «se il governo è in grado di assicurare che anche l’abrogazione della seconda rata per tutti si può fare senza giochi delle tre carte che aumentano acconti o altre imposte, ritireremo la proposta». 
Il lavoro è l’unico tema capace di distogliere l’attenzione dall’Imu. Infatti ieri Letta ha incontrato le parti sociali per discutere sulle misure a favore dell’occupazione previste nel patto di stabilità. Il premier avrebbe promesso che si interverrà con un «mix di misure per appesantire le buste paga dei lavoratori e alleggerire gli oneri per le imprese». Ma i musi lunghi di Cgil, Cisl e Uil alla fine dell’incontro la dicono lunga sullo stato d’animo delle parti sociali. Susanna Camusso: solo intenzioni, siamo di fronte a una pagina bianca. Il confronto è appena cominciato. 
Isidoro Trovato


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