Tre poliziotti arrestati per violenza sessuale

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ROMA — Sara e Anna, storie parallele. Una barista diciottenne e una prostituta cubana di 27 anni accumunate dalla stessa, drammatica storia. Molestate e violentate da agenti di polizia che, secondo l’accusa, hanno sfruttato la loro autorità per mettere in soggezione le vittime e costringerle a compiere atti sessuali contro la loro volontà. In tre sono stati arrestati ieri dai loro colleghi della Squadra mobile. Sono tutti in servizio al commissariato San Basilio, presidio dello Stato in un quartiere difficile, «regno» degli spacciatori di droga. Ieri il questore Fulvio Della Rocca li ha sospesi in attesa che l’iter giudiziario faccia il suo corso.
Sono le ultime «mele marce» cadute nell’operazione pulizia voluta proprio da Della Rocca: dal suo arrivo nella Capitale sono già 15 i poliziotti arrestati dagli investigatori della Mobile, diretti da Renato Cortese, per reati che vanno dallo spaccio di stupefacenti alla violenza sessuale fino alla vendita di informazioni riservate agli investigatori privati e alle estorsioni.
Ma indagini a parte, i tre arresti di ieri scatenano una nuova bufera dopo quella, di pochi giorni fa, sulla condanna inflitta al Viminale a risarcire tre donne vittime di violenza sessuale da parte di un assistente capo della Questura di Genova già coinvolto nei fatti della Bolzaneto durante il G8 del 2001.
Questa volta a finire ai domiciliari sono stati il sostituto commissario Massimo Selva, 44 anni, e due suoi colleghi dello stesso ufficio, l’assistente capo Sandro Contardo e il collaboratore tecnico della Questura Alessandro Stronati, entrambi di 42. Sono accusati di violenza sessuale. Il primo su Sara — un nome di fantasia come quello di Anna —, una ragazza di 18 anni che lavora in un pub. La notte del 28 giugno 2012 la giovane era stata fermata dalla polizia mentre si trovava in auto con il fidanzato e tre amici. Dal controllo del veicolo era saltata fuori una piccola quantità di hashish e i cinque erano stati condotti in commissariato per accertamenti.
Allontanata dagli amici, da sola in un ufficio, la diciottenne — secondo la sua denuncia — era stata avvicinata dal commissario, chiamato dai colleghi «il comandante», che l’ha costretta a subire un rapporto sessuale contro una scrivania. Un cambio di atteggiamento improvviso, secondo la ricostruzione della Mobile, dopo che il sottufficiale le aveva fatto la paternale sulle sue frequentazioni «parlandole non come poliziotto ma come genitore». Dopo la violenza il poliziotto le avrebbe scritto i suoi recapiti telefonici e più tardi le ha inviato un messaggio sms con l’apparecchio di servizio firmato «Roma S.B.», dove S.B. potrebbe stare per San Basilio. Per quasi un anno la ragazza non ha denunciato — anche perché i suoi amici le avevano detto che non l’avrebbero mai appoggiata —, poi a maggio, su insistenza della madre, si è rivolta alla Mobile. Il sostituto commissario avrebbe ammesso le proprie responsabilità.
Come Contardo e Stronati, già indagati qualche mese fa per aver violentato Anna mentre era ai domiciliari nella sua abitazione a San Basilio perché coinvolta con il marito nelle indagini su un giro di prostituzione in un locale notturno.
Il gip Anna Maria Fattori, che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare, i due «con violenza, minaccia e abuso di autorità» hanno costretto la giovane cubana «a subire ripetuti atti sessuali». La denuncia della ventenne risale al 3 giugno scorso. I poliziotti si sono presentati più volte a casa della cubana, anche fuori servizio. Ma in uno di questi incontri la ragazza ha registrato tutto nascondendo un apparecchio in uno stivale sotto il letto. Una prova di per sé già chiara, secondo gli inquirenti, corroborata da altri indizi e testimonianze, come quella di due poliziotte e di un maresciallo dei carabinieri con i quali la vittima si era confidata.
Rinaldo Frignani


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