Contrario alla crisi il 36% degli elettori pdl

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MILANO — Il fronte dei «diversamente berlusconiani» si comincia ad aprire anche nell’elettorato. La scelta di imprimere un’accelerazione alla crisi di governo, con le dimissioni dei ministri, non piace a un terzo degli elettori del Pdl: il 36% pensa che sia sbagliata, a fronte di un 64% che la condivide. È il risultato di un sondaggio condotto da Ispo. E c’è di più: un terzo di chi a febbraio ha votato Pdl si dichiara ora perplesso. È una novità: per la prima volta si registra una disaffezione al partito (che non si traduce in una vera intenzione di voto, ma è significativa). L’Ispo ha definito questa categoria i «delusi dal Pdl» e nota: «Ciò suggerirebbe, il condizionale è d’obbligo, che la scelta del Cavaliere abbia provocato, ed è la prima volta che accade dopo le elezioni, una sorta di terremoto nel partito». Tra i «delusi», l’86% boccia la linea dura.
Si potrebbe creare uno spazio per i dissidenti. Se i ministri che non hanno condiviso la rottura (Quagliariello e Lorenzin, ma anche Alfano e Lupi) fondassero una nuova forza politica di centrodestra, autonoma dal Pdl o neo Forza Italia, troverebbero l’adesione del 16% dell’elettorato pidiellino. E a questo si somma un altro 32% che «prenderebbe in considerazione la possibilità di votarla». È invece circa la metà dell’elettorato berlusconiano, il 52%, a escludere di votare la nuova formazione.
Ma tra gli elettori dei partiti che spingono per le urne, Pdl e Movimento 5 Stelle, non tutti vogliono tornare al voto. Nel Pdl è il 30% a preferire che il governo Letta cerchi una nuova maggioranza, sostituisca i ministri dimissionari e continui a governare, contro il 70% che pensa sia meglio andare al voto. Tra gli elettori dei 5 Stelle è addirittura la maggioranza, il 58%, a essere contro la crisi di governo e il ritorno alle urne. È il 42% degli elettori dei 5 Stelle a sostenere che, nonostante il niet di Grillo, il Movimento dovrebbe allearsi con il Pd e altre forze per una nuova maggioranza.
Renato Benedetto


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