Rom discriminati più di 3 volte al giorno da media e politici
ROMA – Informazione scorretta, incitamento all’odio e discriminazione ai danni di rom e sinti: nei media italiani avviene più di 3 volte al giorno. È quanto sostiene il rapporto “Antiziganismo 2.0” presentato oggi dall’Osservatorio 21 luglio, un progetto di monitoraggio della stampa italiana e dei siti web dell’Associazione 21 luglio contro le discriminazioni nei confronti della comunità rom. La ricerca è stata condotta dal 1 settembre 2012 al 15 maggio 2013; otto mesi e mezzo durante i quali sono stati monitorate oltre cento fonti di informazione, mettendo sotto la lente d’ingrandimento dichiarazioni dei politici, articoli, slogan elettorali e altro ancora. 852 le segnalazioni incriminate sulle oltre 2 mila su cui i volontari dell’Osservatorio hanno concentrato l’attenzione. Articoli, dichiarazioni di politici o cittadini comuni e altro che per il 56 per cento dei casi è stato indicato come “informazione scorretta” (482 casi), mentre quelli in cui l’Osservatorio ha ritenuto di trovare affermazioni incitanti all’odio o discriminanti sono 370, il restante 44 per cento, facendo registrare 1,43 casi al giorno di incitamento all’odio e discriminazioni e 1,86 episodi di informazione scorretta.
Politici, primi a discriminare. Analizzando le fonti da cui provengono i messaggi discriminanti e incitanti all’odio, i quotidiani risultano essere, sia nelle versioni cartacee che in quelle online, i principali mezzi coinvolti con il 63 per cento dei casi. Tuttavia sono gli esponenti politici i primi a discriminare. Autori della maggior parte dei messaggi incriminati, da soli hanno fatto registrare il 75 per cento dei casi. Al secondo posto, col 16 per cento dei casi i privati cittadini. Seguono giornalisti e ufficiali dello Stato. Ai partiti di destra o centro destra è attestabile, secondo l’Osservatorio, il 59 per cento dei casi. La Lega Nord è il partito a cui appartegono i politici di cui sono state segnalate le dichiarazioni sotto accusa, col 24 per cento dei casi (90 segnalazioni). Segue il Popolo della libertà, col 20 per cento dei casi (74 segnalazioni). Al terzo posto, ma La Destra con l’8,5 per cento dei casi.
Una “costante endemica” del panorama politico italiano. Lo studio ha riservato particolare attenzione al periodo preelettorale per le elezioni politiche nazionali dell’inizio del 2013. Ma dai dati non emerge un’impennata di dichiarazioni discriminanti, evidenziando “una sorta di assuefazione al discredito nei confronti delle comunità rom, talmente abituale e condiviso da non subire modificazioni statistiche laddove il senso comune ne suggeriva l’enfatizzazione, cioè durante i periodi di campagna elettorale”. Per quanto riguarda la provenienza geografica delle segnalazioni, il Lazio si piazza al primo posto, col 33 per cento dei casi, e Roma risulta essere la città da cui provengono maggiormente tali messaggi, con 118 segnalazioni. Segue la Lombardia, col 22 per cento, ad una certa distanza l’Emilia Romagna, con il 7 per cento, il Veneto (6,4 per cento) e il Piemonte (6 per cento).
Stampa, cattiva maestra. Protagonisti assoluti dell’informazione scorretta, invece, i giornalisti, a cui l’Osservatorio addebita il 99 per cento dei casi di cattiva informazione su rom e sinti, con 477 segnalazioni. Quasi la totalità dei casi. Prima fra tutte le testate il Corriere della Sera, con tutte le sue numerose edizioni locali, che con 62 segnalazioni raggiunge il 12, 9 per cento di tutte quelle prese in esame. Segue Il Tirreno (52 segnalazioni, l’11 per cento), Il Giorno (39 segnalazioni, 8 per cento), Il Messaggero (36 segnalazioni, 7,5 per cento) e il Tempo, che insieme a La Repubblica (con le edizioni locali) raggiunge il 6 per cento delle segnalazioni. Seguono Il Giornale, Il Mattino di Padova e Il Centro, ma anche se lontane dalla cima della classifica, le segnalazioni riguardano anche le altre maggiori testate nazionali. La provenienza geografica della cattiva informazione su rom e sinti in Italia vede in testa la Lombardia, seguita da Lazio, Toscana, Veneto e Abruzzo, ma anche in questo caso è Roma la città da cui provengono la maggior parte delle segnalazioni (93), seguita da Milano (80). (ga)
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