Trionfo in Baviera, Merkel vede il traguardo
BERLINO — A una settimana dalle elezioni federali, Angela Merkel brinda in Baviera. Nel Land più grande della Germania, i cristiano-sociali del governatore Horst Seehofer hanno riconquistato ieri la maggioranza assoluta che avevano perso cinque anni fa. I socialdemocratici del sindaco di Monaco Christian Ude vanno avanti, anche se in confronto al minimo storico ottenuto nel 2008. Male i Verdi. Ma se la Cancelliera ha tutte le ragioni di essere felice per il successo della Csu, un elemento di preoccupazione, guardando alle prospettive del voto nazionale, le viene dal tracollo dei liberali, alleati nella maggioranza che sostiene il suo governo. Sono scesi al 3 per cento e vengono esclusi dal Parlamento di Monaco.
Nonostante le caratteristiche specifiche di questa ricca regione abitata da 12,5 milioni di tedeschi (su una popolazione totale di 80,5 milioni), il voto bavarese può sicuramente rappresentare un test largamente positivo per l’Unione Cdu-Csu in vista del rinnovo del Bundestag. «Un cittadino su due ha scelto noi. Si tratta di una grande dimostrazione di fiducia», ha dichiarato Seehofer, che emerge come il vero trionfatore di queste elezioni. Sessantaquattro anni, figlio di un camionista, il ministro-presidente bavarese è riuscito a riportare quasi ai livelli di un tempo un partito che ha governato il Land senza interruzioni dal 1956. Il 49 per cento raggiunto dalla Csu supera di 5,7 punti il dato del 2008, anno della sonora sconfitta che portò alle dimissioni del predecessore di Seehofer, Günther Beckstein, e del leader del partito, Erwin Huber. Fu necessario a quell’epoca allearsi con i liberali. I seggi conquistati ieri sono 102, ben al di sopra della maggioranza di 91. «E’ un grande giorno», ha detto la ministra federale dell’Agricoltura Ilse Aigner, una delle esponenti di punta dei cristiano-sociali.
La speranza dei liberali di essere ancora determinanti a Monaco è andata invece delusa. La Fdp è crollata al 3 cento, al di sotto della soglia di sbarramento del 5 per cento, perdendo ben cinque punti rispetto alle elezioni precedenti. «Seehofer non deve governare da solo» era stata la parola d’ordine lanciata da Rainer Brüderle, l’ex ministro dell’Economia che guida il partito nel voto di domenica prossima. I cittadini gli hanno dato torto. Il vicecancelliere Philipp Rösler ha ammesso che si è trattato a di una «sconfitta pesante», ma ha sottolineato le differenze esistenti con tutto il resto del Paese. «Adesso pensiamo alla Germania», ha aggiunto.
Nel quartier generale dei socialdemocratici si respirava invece un clima di contenuta soddisfazione. «La Spd è l’unico partito di opposizione che guadagna», ha sostenuto la segretaria generale Andrea Nahles. La lista guidata dal borgomastro di Monaco è salita al 20,5 per cento, cinque anni fa era arrivato solo un 18,6 per cento. Guardando al 22 settembre, i socialdemocratici vedono il loro partito in ripresa ma avvertono i rivali che quanto è accaduto non è destinato ad esercitare un’influenza determinante nel prossimo futuro. Il candidato cancelliere della Spd Peer Steinbrück, ha però ironizzato sul «matrimonio d’amore tra conservatori e liberali che si è rotto per la tredicesima volta in una consultazione regionale». «Ci sono buone possibilità — ha aggiunto — che questo accada anche a livello nazionale tra una settimana».
Un altro dato significativo è l’insuccesso dei Verdi (passati dal 9,4 all’8,5 per cento) che confermano il momento di difficoltà rilevato anche dai sondaggi. La stessa percentuale è stata ottenuta dai Liberi elettori, che nel 2008 avevano il 10,2 per cento. Non hanno sfondato, nonostante la loro posizione contraria alle politiche di salvataggio dei Paesi europei colpiti dalla crisi del debito. Ma sono in ogni caso il terzo partito del Land e hanno festeggiato rumorosamente il loro risultato. Anche di loro, comunque, il riconfermato governatore non avrà bisogno.
Paolo Lepri
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