Tutte le volte che Marchionne ha promesso di investire su Mirafiori
Si parla infatti di un miliardo di euro di investimenti che arriveranno nello stabilimento di Mirafiori per produrre il suv della Maserati, sul mercato a inizio 2015, oltre agli sviluppi delle produzioni Alfa e ad un ulteriore modello fissato in data da destinarsi. Il tutto all’interno del progetto Polo del lusso, che coinvolge Mirafiori e Officine Maserati di Grugliasco, presentato nei mesi scorsi dall’amministratore delegato della Fiat.
Si, perché già lo scorso fine gennaio, in occasione della riconversione dello stabilimento, i vertici dell’azienda facevano intendere che dopo “i 900 milioni spesi a Pomigliano, il miliardo messo qui a Grugliasco, l’altro miliardo appena partito a Melfi”, somme più o meno analoghe di lì a breve sarebbero state “annunciate per Mirafiori e per Cassino.”
Qualche settimana prima, a dicembre, il manager italo-canadese, alla guida del marchio da ormai un decennio, aveva ribadito: “Per noi il polo di lusso è Mirafiori-Grugliasco, abbinato, quindi io non vedo distinzioni, se c’è la possibilità di unire le due forze lavorative.”
E poco prima, nell’ottobre 2012, mentre Marchionne definiva “una scelta saggia” la cautela sugli investimenti, si annunciò: “a Mirafiori oltre all’Alfa Romeo Mito verrà affidata la produzione di una famiglia di vetture di alta gamma destinata ai mercati europei ed internazionali”.
Eppure un mese prima l’ad aveva messo tutti in allarme: “L’investimento a Mirafiori? Fermo restando l’impegno che abbiamo manifestato anche sabato al governo, stiamo studiando la situazione. Sono scelte delicate.“
E se ad agosto 2012 i dipendenti restavano col fiato sospeso per la decisione di sospendere gli investimenti nello stabilimento torinese, soltanto pochi mesi prima, a marzo, riferendosi ad un incontro col premier Monti, Marchionne metteva un punto netto: “Continueremo il nostro investimento secondo il nostro piano. Non ci sono novità. Sono impegni che abbiamo già confermato, gli investimenti stanno andando avanti.”
Come d’altronde aveva scritto, ad ottobre 2011, all’ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia; ricordandole, nell’ambito della polemica sull’uscita dalla confederazione, la decisione di produrre a Mirafiori un suv a a marchio Jeep: “Un passo importante nei nostri piani di rinnovo del sistema produttivo in Italia collegato all’andamento dei mercati e all’ampliamento della rete distributiva resa possibile dall’integrazione con il Gruppo Chrysler.”
Fino a dove può tornare indietro la storia? Novembre 2010, cappello di un articolo de Il Sole 24 ore: “Un miliardo di investimenti per produrre a Mirafiori berline e suv con i marchi Alfa Romeo e Jeep, previo trasferimento della fabbrica a una joint venture fra Fiat e Chrysler. Questa la proposta che Sergio Marchionne ha fatto ai sindacati nella riunione tenutasi oggi a Torino.“
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