“A fine anno 3,5 milioni di disoccupati” Ma lo spread scende a quota 230
ROMA — I timidi accenni di ripresa stenteranno a lungo prima di tradursi in nuovi posti di lavoro. Anzi, come avverte il centro studi della Cna, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, a fine anno rischiamo di trovarci con 3 milioni e mezzo di disoccupati, 400 mila in più di oggi. Soprattutto se le ore di Cassa integrazione, 548 milioni nei primi sei mesi, sin qui solo autorizzate, fossero utilizzate per intero da aziende e fabbriche. Numeri drammatici che non impattano su Borsa e mercati finanziari, dove a prevalere, per una volta, è l’ottimismo nel cambio di passo dell’economia, sempre più vicino. Ieri Piazza Affari, la migliore d’Europa, ha chiuso in positivo per la settima volta consecutiva (+1,23%). Mentre lo spread ha toccato il nuovo minimo dal 2011, a 230 punti, con un rendimento del Btp a dieci anni sceso al 4,18%. Buone notizie anche dal settore dell’auto: le immatricolazioni europee di luglio sono tornate a salire (+4,9%, 981.300 veicoli venduti), il primo aumento da aprile, grazie a Spagna (+15%), Portogallo (+17%), Grecia (+12%), Gran Bretagna (+13%). In Italia si stenta ancora (-2%), ma la flessione è meno accentuata dei mesi precedenti (a giugno era -5,1%). Va pure detto che nel periodo tra gennaio e luglio il numero di nuove vetture acquistate in Europa (7,19 milioni) è calato del 5,2% rispetto allo stesso periodo del 2012.
Se il settore auto accenna comunque a un miglioramento (i dati sono dell’associazione tedesca dell’industria automobilistica Vda e anticipano quelli dell’Acea, l’associazione europea delle case automobilistiche, che arriveranno a settembre), l’industria e le costruzioni di casa nostra sono ancora in piena crisi. I 400 mila disoccupati potenziali intravisti dalla Cna si concentrano per lo più in questi due comparti, già piegati dalla recessione (negli ultimi cinque anni, insieme hanno perso circa 732 mila addetti). «La crisi dell’occupazione potrebbe aggravarsi nella seconda metà dell’anno », si allarma la Cna. «Senza una decisa e tangibile inversione di tendenza che faccia ripartire effettivamente lo sviluppo, la situazione sociale del nostro Paese può diventare critica». In Italia il numero totale degli occupati ha raggiunto a giugno il «valore minimo del nuovo secolo» (circa 22,5 milioni di unità). Quello dei disoccupati resta sopra i 3 milioni, mentre il tasso di senza lavoro è al record del 12,1%, con punte del 12,9% tra le donne e 39,1% di giovani. Le ore autorizzate di Cassa integrazione sono avanzate del 4,6% nel primo semestre rispetto a un anno fa, il dato più alto dal 2011. Se utilizzate, si tradurrebbero in 332 mila posti in meno a Natale, di cui 263 mila in edilizia e industria (224 mila nella sola industria). L’artigianato rifletterebbe questa frenata, perdendo quasi 28 mila addetti. Ecco perché, ribadisce la Cna, «la tenuta del mercato del lavoro è particolarmente preoccupante».
Non conforta neanche la fotografia dell’Istat sui sottoccupati part time. Negli ultimi cinque anni i lavoratori da 16 ore a settimana (nove su dieci involontari, accettano il part time per tenere il posto) sono cresciuti esponenzialmente fino ai 605 mila nel 2012, un terzo in più del 2011, due terzi in più sul
2007.
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