Acqua nella benzina, erogatori truccati truffe record per gli italiani in vacanza

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ROMA — I più sfortunati si ritrovano con l’auto in panne. Così, all’improvviso. Per poi scoprire di aver fatto il pieno di benzina annacquata. È successo nei giorni scorsi a Casalnuovo, in provincia di Napoli, a un gruppo di malcapitati automobilisti, tutti fermi sul ciglio di una strada, a poche decine di metri dalla pompa che li aveva riforniti. La Guardia di Finanza ha confermato poi, dai campioni prelevati e analizzati, che quel carburante conteneva il 15% di acqua. Il gestore è stato denunciato e l’impianto sequestrato, con le sue 12 colonnine e le due cisterne piene di 20 mila litri di gasolio truffa.
Casalnuovo non è un caso isolato, purtroppo. Nei primi undici giorni di agosto, i finanzieri hanno setacciato 1.216 distributori in tutta Italia, scovandone 174 irregolari, il 14%. Proprio nelle ore delle vacanze, alla vigilia di “esodi” che, seppur contenuti, portano comunque molte auto su strada, tutte bisognose di fare il pieno. Ma il danno di frodi e truffe è anche per lo Stato. Nei primi setti mesi dell’anno – rivela la Guardia di Finanza – le tasse evase sui prodotti energetici (Iva e accise) sono lievitate di due volte e mezzo, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: 107 milioni contro 41,3 (+157%). Oltre all’acqua nella benzina, vanno forte le miscele con altri prodotti su cui le accise sono più basse – gasolio per agricoltura e pesca o biodiesel oppure nulle, come per tutti i prodotti destinati all’industria petrolchimica (solventi e vernici). Senza dimenticare il caso classico: le colonnine truccate, così da erogare meno carburante di quanto richiesto.
Nei giorni scorsi è accaduto in due impianti di Palermo: sigilli di taratura manomessi (quelli apposti alle colonnine dalla Camera di commercio) e alterazione dei misuratori.
Risultato: 8% in meno di benzina nel serbatoio. A Reggio Emilia, il 10% in meno. In totale, la Guardia di Finanza ha denunciato alla Procura 11 gestori per frode in commercio o “uso di strumenti di misura alterati” e sequestrato 59 tra colonnine e pistole erogatrici. In taluni casi, i gestori usano un telecomando a distanza per modificare il contatore digitale, a volte curiosamente nascosto dentro una scatoletta di mentine. Nel giugno scorso a Pescara, mentre un benzinaio distraeva l’automobilista sul cambio d’olio o di tergicristalli, il suo collega azzerava il display e modificava il prezzo. Ben 61 gestori, in questi giorni, sono stati sanzionati per “violazione della disciplina sui prezzi esposti”, non corrispondenti a quanto indicato nelle colonnine
dopo il rifornimento. E 7 per rimozione dei sigilli.
Truffe e frodi non capitano solo alla pompa. A monte, esiste tutto un giro legato ai “depositi clandestini” dove viene stipato il carburante da vendere in nero. Arriva da autotrasportatori compiacenti che fanno la “cresta” sulle consegne. Oppure dalle cosiddette “forniture di calore in appalto”: il fornitore garantisce per i mesi invernali il “calore” ai condomini (ma anche ad enti pubblici), senza specificare nel contratto la quantità di gasolio che userà a produrlo. Alla fine ne dichiara più di quello impiegato. E l’eccedenza va a costituire una giacenza extra, da vendere in nero ad automobilisti consenzienti (dietro sconto) oppure o a distributori del tutto legali che poi lo smaltiscono truccando le colonnine. Proprio in questi giorni, in provincia di Napoli, la Guardia di Finanza ha individuato oltre 1 milione e 200 mila litri di carburante venduti in nero, proprio grazie alle schede elettroniche dei contalitri alterate.


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