La via italiana del gas azero Il premier festeggia a Baku
BAKU — È la prima volta di un presidente del Consiglio italiano in questa terra caucasica ricca di petrolio e di gas naturale e il presidente azero, Ilham Aliyev, non ha potuto non rimarcare la circostanza: «Benvenuto, signor presidente Enrico Letta, siamo molto onorati di averla qui in Azerbaigian. Credo che la nostra scelta di collegarci al suolo italiano con Trans Adriatic Pipeline rappresenti un passo importante per la sicurezza energetica europea». E il premier italiano, che solo qualche settimana fa aveva sventolato trionfalmente in sede europea la mappa del nuovo gasdotto, ha ringraziato per la scelta di convogliare il gas azero lungo la direttrice Turchia-Grecia-Albania-Italia (alternativa alla «rotta» balcanica che avrebbe dovuto approdare a Vienna) ma ha anche rilanciato affinché la bilancia commerciale tra i due Paesi possa trovare un equilibrio: «A giugno quando abbiamo fatto questa scelta sapevamo che avrebbe aperto un canale privilegiato con l’Azerbaigian dove già operano molte nostre imprese. Già a novembre è in programma una missione a Baku della Confindustria e dei costruttori dell’Ance».
Moda, costruzioni, ferrovie, nautica, alimentare, mobili, materiali per l’edilizia: oggi, informa l’ambasciatore azero a Roma, Vaqif Sadiqov, il consolato emette 500-600 visti ogni mese per altrettanti uomini d’affari che potrebbero diventare molti di più. E basta dare un’occhiata alle strade centrali della capitale, Baku, per constatare che i marchi più importanti della moda e del lusso «made in Italy» hanno la loro vetrina.
Dando seguito a una strada impostata da Mario Monti che da Palazzo Chigi ha avviato il processo di discontinuità rispetto all’asse energetico privilegiato Italia-Russia, il governo Letta ha fatto il passo decisivo per impostare quella diversificazione degli approvvigionamenti energetici che «nei prossimi anni produrranno un beneficio sulle bollette pagate dagli italiani».
Il nuovo metanodotto Tap approderà a San Foca, in provincia di Lecce e lì sarà connesso alla rete Snam che lo «pomperà» verso Nord per le utenze nazionali e anche per quelle europee. Si tratta di un’opera strategica per l’Europa, hanno suggerito i consiglieri economico e diplomatico del premier, Armando Varricchio e Fabrizio Pagani, specificando che il Tap è complementare e non alternativo alle altre linee di approvvigionamento (Russia-Ucraina, Mare del Nord, Algeria). I lavori della pipeline del corridoio Sud, che ha raccolto il gradimento anche degli Usa inizialmente favorevoli alla direttrice balcanica, partiranno nel 2015 e termineranno nel 2019. Per festeggiare l’avvio della posa dei tubi, Letta ha ufficialmente invitato il presidente Aliyev in Italia per il 2015. L’anno dell’Expo di Milano alla quale parteciperà anche l’Azerbaigian che ha chiesto all’Italia un concreto aiuto, in sede Ue e Onu, per risolvere il contenzioso territoriale del Nagorno Karabakh, «occupato dall’Armenia»: «Per risolvere un conflitto che ho imparato a conoscere fin da quando ero studente, l’Italia — ha promesso Letta — farà la sua parte».
Dino Martirano
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