Amnesty: “La Francia non estradi Ablyazov l’Ucraina potrebbe consegnarlo al dittatore”

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PARIGI — La Francia deve «garantire la sicurezza » del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov e verificare che l’esame della procedura di estradizione presentata dall’Ucraina sia «rigorosa ed equa». È l’appello di Amnesty International, pubblicato ieri sul sito del suo ufficio francese. Secondo l’ong, nel caso di un’estradizione verso l’Ucraina sarebbe «molto probabile» che Ablyazov venga in seguito trasferito verso il Kazakhstan. Se fosse riconsegnato ad Astana, avverte Amnesty, rischierebbe di subire «un processo iniquo, oltre ad atti di tortura e altre forme di maltrattamenti». Per questo, sottolinea il direttore del programma Europa e Asia della ong, John Dalhuisen, «le autorità francesi devono esaminare il caso sotto tutte le angolazioni, e vigilare affinché‚ quest’uomo non sia inviato in un paese in cui sarebbe in pericolo».
Dopo l’arresto mercoledì, Ablyazov è ancora in carcere a Luynes, in Provenza. La Corte di Aix-en-Provence non ha accettato per ora la richiesta degli avvocati di rilasciarlo su cauzione. Nei prossimi giorni i legali scrupolosamente, presenteranno una nuova domanda, con l’aggiunta delle garanzie necessarie, tra cui un domicilio francese. Secondo l’avvocato Bruno Rebstock, il dissidente kazako potrebbe così essere liberato entro metà mese, con sorveglianza elettronica e obbligo di firma. Nel frattempo, le autorità giudiziarie ucraine hanno annunciato che spediranno il dossier per l’estradizione «con tutte le risposte» alle domande sul caso poste dai magistrati francesi. Ma secondo Rebstock la procedura aperta da Kiev e che ha fatto scattare l’arresto in Costa Azzurra, è «solo un passaggio preliminare per un successivo rinvio in Kazakhstan»: «Visto il polverone sollevatosi in Italia dopo l’espulsione della moglie, il governo kazako ha deciso di usare l’Ucraina, un paese un po’ più presentabile in materia di diritti umani».


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