Grillo esulta sul blog: “Silvio è morto”

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ROMA — Si mettono tutti in fila gli avversari del Cavaliere, recenti e più antichi, a “rendere omaggio” alla sentenza della Cassazione. E il più veloce di tutti, esultante, è Beppe Grillo. «Berlusconi è morto. Viva Berlusconi! La sua condanna è come la caduta del Muro di Berlino nel 1989», scrive sul suo blog. Il leader dei grillini spiega che «il Muro divise la Germania per 28 anni. L’evasore conclamato, l’amico dei mafiosi, il piduista tessera 1816 ha inquinato, corrotto, paralizzato la politica italiana per 21 anni, dalla sua discesa in campo nel 1993 per evitare il fallimento e il carcere».
«Berlusconi è un evasore e non è degno di governare l’Italia, è entrato in politica solo per sfuggire alla giustizia», commenta Antonio Di Pietro. E un altro ex magistrato, Antonio Ingroia, ora leader di Azione civile, affonda il colpo: ‘Il leader di uno dei due principali partiti di governo è da oggi un pregiudicato condannato a quattro anni.
Sarebbe uno schiaffo ai cittadini per bene e onesti e alla reputazione internazionale del-l’Italia che questo stesso partito resti ancora un secondo di più alla guida del paese».
Parole di nemici dichiarati. Che non fanno trapelare soddisfazione o rivincite postume. Anche perché hanno in mente un altro bersaglio. «Da oggi c’è un motivo in più perché la nefasta esperienza di questo governo giunga a termine. Mi chiedo: come fa dopo oggi il Pd a convivere con Berlusconi, il padrone
del partito suo principale alleato? », dice in fatti Ingroia.
Naturalmente neanche Grillo risparmia colpi al Pd che viene considerato come orfano del Cavaliere. «Lo piangeranno i Violante, i D’Alema, le Finocchiaro, i Bersani, i Veltroni, i Fassino che lo hanno tanto amato e a cui devono la loro fortuna », dice infatti il leader grillino. La linea è dettata. E dopo la gioia per la condanna, anche il mirino dei grillini si sposta Pd e sul governo. «Vi rendete conto che state governando con un pregiudicato condannato il via definitiva per frode fiscale», chiede ai democratici la deputata del M5s Giulia Sarti.
La stessa domanda che arriva dalla Lega: «Adesso sono curioso di sentire come faranno i “kompagni” del Pd, sia in Parlamento che su Facebook, a giustificare il fatto che sono al governo con un condannato», si chiede Matteo Salvini. Anche Nichi Vendola, constata che «dalla Cassazione è arrivato il sigillo alla caduta di autorevolezza di una classe dirigente. La questione morale riesplode in modo dirompente». E poi parte anche lui all’attacco del Pd. «Non è possibile immaginare che il Partito Democratico permanga nella condizione di alleato del partito di Berlusconi».


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