Il Papa bloccato dalla folla Trovata bomba artigianale
RIO DE JANEIRO — Pomeriggio umido, vento e acquerugiola, e la Fiat Idea di Francesco bloccata dalla folla per quindici minuti con i gendarmi vaticani lasciati soli, gli agenti locali non pervenuti e i fedeli entusiasti che s’infilano nei finestrini, e per fortuna sono fedeli, il tutto mentre i media brasiliani online lanciano la notizia che ad Aparecida, domenica, la polizia militare ha trovato e distrutto un «ordigno artigianale» — un candelotto verde «a basso potenziale, quasi insignificante» — in un bagno del parcheggio del santuario dove il Papa andrà domani: per iniziare la sua Giornata mondiale della gioventù consacrando il viaggio e il pontificato alla Madonna. Bergoglio appare sorridente e tranquillo, ieri nella ressa benediceva e baciava i bimbi come a San Pietro, ma i primi minuti dall’arrivo, quando in Italia era sera, facevano un po’ paura e hanno mostrato nei volti tesi degli uomini della Gendarmeria un problema evidente di sicurezza. D’accordo che il Papa vuole avvicinare la gente, ma qualcosa non ha funzionato, anche se ad Aparecida si annunciano 5 mila agenti. «Hanno commesso un errore di percorso, mi pare evidente», commenta imperturbabile padre Lombardi. «Ma non c’è nessuna preoccupazione, siamo tutti contentissimi dell’accoglienza».
Il Papa, per parte sua, è concentrato sui giovani. «La nostra generazione si rivelerà all’altezza della promessa che c’è in ogni giovane, quando saprà offrirgli spazio», sillaba nel saluto alla presidente Dilma Rousseff. Già nell’aereo verso Rio, Francesco aveva lo sguardo serio e intenso mentre si rivolgeva ai giornalisti, «vi chiedo di aiutarmi, per il bene della società», e scandiva: «La crisi mondiale non fa cose buone. Ho letto settimana scorsa la percentuale di giovani senza lavoro. Pensate che noi corriamo il rischio di avere una generazione che non ha avuto lavoro. E dal lavoro viene la dignità di una persona, la dignità di guadagnarsi il pane». Parla dei ragazzi e insieme dei vecchi, il Papa, tratteggiando la necessità di una società «inclusiva» come il Cristo che spalanca le braccia sul Corcovado. Il problema è che «un po’ ci siamo abituati alla cultura dello scarto». Ecco, adesso capita ai giovani senza lavoro ciò che «si fa troppo spesso con gli anziani». Scartati come inservibili. «I giovani in questo momento sono in crisi».
I genitori dicono che i figli sono le «pupille dei loro occhi» ed è un’immagine molto bella, osserva Francesco: come dalle pupille «la luce entra in noi», è dalla gioventù che «il futuro entra nel mondo» e quindi «ci impone grandi sfide». I figli sono come le nostre pupille, ma allora «che ne sarà di noi se non ci prendiamo cura dei nostri occhi? Come potremo andare avanti?». Ai ragazzi bisogna assicurare «le condizioni materiali e spirituali» per dare «solide fondamenta» alla vita: sicurezza, educazione, «valori duraturi per cui valga la pena vivere, un orizzonte trascendente». Però i ragazzi non vanno «isolati» dalla società, come fossero un mondo a parte. «Compio questo mio primo viaggio per andare a trovare i giovani, ma vorrei farlo nel loro tessuto sociale. Quando isoliamo i giovani commettiamo un’ingiustizia, togliamo loro l’appartenenza che pure hanno: a una famiglia, a una patria, a una cultura, a una fede». Del resto un popolo ha futuro «se va avanti con i due estremi della vita, giovani e anziani», considera il pontefice. Perché «anche gli anziani sono il futuro di un popolo: loro hanno la saggezza della vita, della storia, della patria, della famiglia, e noi ne abbiamo bisogno».
Contro l’«abitudine allo scarto» occorre una «cultura dell’incontro». Ecco il senso profondo della Gmg. «Andate oltre i confini di ciò che è umanamente possibile e generate un mondo di fratelli», dice Francesco ai ragazzi. Ma la Giornata è per tutti. «Chiedo permesso per entrare e trascorrere questa settimana con voi», ha sorriso il Papa. «Io non ho oro né argento, ma porto ciò che di più prezioso mi è stato dato, Cristo. Chiedo a tutti la gentilezza dell’attenzione e, se possibile, l’empatia necessaria per stabilire un dialogo tra amici».
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