Amnesty denuncia. Nazarbayev, torture e impunità

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Roza, Bazarbai, Aron. Nomi che in Kazakistan fanno scattare reazioni diverse; per alcuni sono simboli di determinazione, di desiderio di democrazia, per altri sono un monito. Se alzi troppo la voce, farai la fine di Roza, Barbai, Aron. Le loro storie sono state raccolte in un rapporto di Amnesty International dal titolo “Old Habits-The routine use of torture and other ill-treatment in Kazakhstan” (Vecchie abitudini: l’uso regolare della tortura e dei maltrattamenti in Kazakhistan) reso noto alcuni giorni fa, proprio quando stava per scoppiare la “grana” Ablyazov in Italia.
UNA DELLE VICENDE più cruente riguarda la protesta di Zhanaozen, nel 2011, da parte degli operai del settore petrolifero per l’aumento dei salari: 15 persone uccise, oltre 100 ferite, arresti. In questo contesto matura la detenzione e la condanna di Roza Tuletaeva, accusata di essere una delle organizzatrici. Il 16 aprile 2012, durante il processo, Roza Tuletaeva ha dichiarato di essere stata torturata in carcere: sacchetti di plastica sul viso sino a quasi soffocarla, appesa per i capelli, ed altro che lei stessa ha dichiarato di non voler rivelare in pubblico, per la vergogna. Il 4 giugno 2012, Roza è stata condannata a sette anni di carcere dal Tribunale di Aktau (articolo 241 del codice penale del Kazakistan), in riferimento all’organizzazione “di disordini di massa accompagnato da violenza, incendio doloso, sabotaggio e distruzione di proprietà, uso di armi da fuoco, esplosivi, o dispositivi di esplosione, resistenza armata”. La pena è stata ridotta da sette a cinque anni nel 2012. Il 13 maggio 2013, nel processo d’appello, il giudice Kozhan Tulebaj ha dichiarato di aver ricevuto una lettera da Roza con una richiesta di perdono; la figlia della sindacalista, Aliya ha denunciato che la lettera è stata scritta dalla madre “sotto pressione”.
LE PROTESTE di Zhanaozen non hanno travolto solo la vita di Roza; Zhalsylyk Turbaev, uno degli attivisti più solerti, ha perso la vita in circostanze poco chiare. Bazarbai Kenzhebaev è morto il 21 dicembre 2011, due giorni dopo essere stato rilasciato dalla polizia; ad un giornalista aveva rivelato di essere stato torturato nela prigione di Zhanaozen. Nel 2006, lo scrittore Aron Atabek era stato condannato per aver preso parte a “disordini di massa”: due anni e mezzo di isolamento: nel 2012 ancora un altro anno di isolamento. Il presidente Nazarbayev nel 2011 ha trasferito il controllo del sistema penitenziario dal ministero della Giustizia a quello degli Affari interni; ovvero alla struttura che ha ricevuto nel tempo la maggior parte delle denunce per i presunti casi di tortura.


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