Cinque Stelle, battaglia su Mediaset

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ROMA — Botta e risposta ieri fra Mediaset e il Movimento 5 Stelle per una storia legata alle concessioni televisive. Il senatore di M5S Mario Giarrusso è andato all’attacco delle televisioni di Berlusconi, chiedendone addirittura l’oscuramento, accusandole di essere abusive, senza nessuna remora.

Il senatore Giarrusso, infatti, non ha esitato: «Bisogna oscurare le reti Mediaset. Perché noi abbiamo chiesto l’acquisizione delle concessioni per cui Mediaset trasmette ed esponenti del partito-azienda ci hanno detto che non ci sono concessioni da acquisire. A questo punto ci rivolgeremo alla Guardia di Finanza e se ci dicono che non ha titoli pensiamo che vada sanzionata. Evidentemente, se fosse così, Berlusconi sarebbe un abusivo».

Giarrusso ieri pomeriggio era appena uscito dalla giunta del Senato dove si stava discutendo la questione dell’ineleggibilità di Silvio Berlusconi quando ha incontrato i giornalisti per esternare questa denuncia, sostenendo di aver avuto informazioni da alcuni membri del partito-azienda.

Sono passate poche ore quando con una nota è arrivata la replica di Mediaset, decisa: «Abbiamo tutti i titoli per trasmettere».

Nelle righe seguenti veniva spiegato: «L’istituto della concessione televisiva non esiste più dal luglio 2012, data in cui tutto il sistema ha abbandonato la tecnica analogica ed è passata alla tecnica digitale. Le trasmissioni digitali hanno luogo in base ad un’autorizzazione generale e ai diritti d’uso sulle radiofrequenze, secondo la normativa europea che ha vietato il rilascio dei titoli individuali (quali le concessioni) nel settore delle comunicazioni elettroniche come la tv o le telecomunicazioni». Dopo questa spiegazione di Mediaset dal fronte del Movimento 5 Stelle non c’è stata più alcuna replica.

Nel pomeriggio, in realtà, ci aveva già provato il sottosegretario Giacomo Caliendo, Pdl, a difendere l’azienda di Berlusconi: «Ma quale oscuramento! Giarrusso parla di cose che non conosce perché in Italia la disciplina è sottoposta ad un’autorizzazione generale: non ci sono concessioni».

Ma in mattinata anche lo stesso Beppe Grillo era andato all’attacco di Silvio Berlusconi, partendo dall’imminente udienza del processo Mediaset, il prossimo 30 luglio.

Frasi quelle di Grillo postate sul suo blog, dirette e pesanti: «Il Paese è in ostaggio a causa di un condannato per evasione fiscale a quattro anni di carcere in secondo grado. Ieri per il suo processo si è fermato per solidarietà persino il Parlamento», frasi con un titolo eloquente: «Una mummia per sempre» e corredate da una foto che ritrae Silvio Berlusconi imbalsamato ed un’altra foto con il presidente del Consiglio Enrico Letta con un colbacco sovietico.

Grillo ha proseguito nel suo lungo post sul blog: «Siamo al punto da non capire più se è lui a non voler farsi processare o se sono invece i suoi sodali senza arte né parte come Gasparri, Alfano, Santanchè, Brunetta, Bersani, D’Alema, Epifani (Pdl o Pd meno elle non fa differenza) a trattenerlo ad ogni costo, imbalsamato come la mummia di Lenin al Cremlino, in esposizione per gli elettori rimbambiti dalle televisioni di regime».

Nella chiosa del blog di Grillo, l’affondo: «Votate l’evasore, votate per voi. Se Berlusconi evade e può far strame dell’Italia allora perché un cittadino dovrebbe pagare le tasse o le cartelle di Equitalia?»

Alessandra Arachi


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