Congresso Pd, giallo sui tempi Epifani assicura: «Nessun rinvio»

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ROMA — Lo ripete in via riservata anche ieri mattina, Guglielmo Epifani. Quando si premura di far sapere al fronte che sostiene Matteo Renzi che «il rinvio del congresso» del Pd non è contemplato. Ma visto che il tema non è lo spostamento della competizione bensì l’allungamento dei tempi — che spingerebbero la scelta del segretario all’anno nuovo — ecco che il leader del Pd decide di proporre una moratoria sul dossier. E infatti, ai cronisti che lo incrociano dopo la segreteria, risponde con un sorriso: «Rinvio? Se ne dicono tante. Si dice anche di peggio…».

Per tutta la mattinata, il tema dei tempi tiene banco in casa Pd. «Rinviare il congresso non è una strada percorribile», incalza il vicepresidente del Parlamento europeo Gianni Pittella. Che, oltre a dirsi pronto «a confrontarmi con Renzi», rincara la dose: «Il congresso è la medicina per l’endemica malattia di cui soffre il Pd. E cioè il correntismo».

Da quel momento in poi, è un fuoco di sbarramento. «Non è opportuno cambiare le regole prima dell’appuntamento congressuale», scrivono in una nota i Liberal del Pd capitanati dal sindaco di Catania Enzo Bianco. Quanto all’ipotesi del rinvio, il fronte dei renziani — attraverso il neo-responsabile Cultura del partito Antonio Funiciello — archivia il tutto alla voce «opzione ridicola». Una girandola in cui fa sentire la sua voce anche il responsabile Organizzazione Davide Zoggia: «Mi attengo alle parole che il segretario ha sempre pronunciato. Le valutazioni verranno fatte insieme. E comunque noi ci atteniamo al rispetto delle cose dette».

Ma che il tema dei tempi non sia destinato a essere archiviato in fretta lo dimostra il dibattito che va in scena nel tardo pomeriggio, nel chiuso della riunione della commissione per il congresso. Sulla prima ipotesi all’ordine del giorno, e cioè che a essere eletti per primi siano i segretari di circolo e quelli provinciali, sono tutti d’accordo. Anche se si tratta di una novità.

Ma quando la discussione si sposta sulla tempistica di presentazione delle candidature a segretario nazionale — va collegata all’elezione dei leader locali, oppure posticipata? — ecco che la discussione torna ad accendersi. Con l’esponente dell’area Renzi, Lorenzo Guerini, che fiuta la possibile trappola e lancia un avviso ai naviganti: «Il congresso deve tenersi entro il 2013». E la rimarca, la parola «entro».

Sembrano tecnicismi. Ma il tema principale rimane sempre quello. Come evitare che lo scontro congressuale del Pd e la madre di tutte le battaglie, cioè le primarie per il segretario(saranno aperte a tutti), evitino di provocare scosse tali da creare crepe nell’esecutivo.

Intanto, la corsa alle iscrizioni si avvicina. Gianni Cuperlo presenterà l’embrione della sua mozione (è probabile che contempli anche un sì alle nozze gay) a inizio settimana. Mentre Massimo D’Alema, che ha pronto il restyling dell’associazione ItalianiEuropei (con tutte le correnti rappresentate), si comporta da arbitro: «Sono un simpatizzante del Pd con la tessera, non un dirigente. Quindi del congresso non mi occupo perché non è materia mia».

Tommaso Labate


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