Rinviati i nuovi acquisti di F35

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ROMA — Né «sì», né «no» agli F35. Con 381 a favore e 149 contrari la Camera ha approvato una mozione che consente di far slittare avanti nel tempo una questione che aveva messo a rischio la compattezza del Pd e la tenuta della maggioranza. Per nuove acquisizioni occorrerà il via libera del Parlamento. Ma i cacciabombardieri già concordati arriveranno. Come fa notare il ministro Mauro: «Gli investimenti vanno avanti, confermato il numero degli F35».
Il compromesso è stato trovato, dopo una notte di trattative, intorno all’ora di pranzo. Con una mozione che piace al ministro della Difesa, Mario Mauro: «Per amare la pace, armare la pace: F35 risponde a questa esigenza». Accontenta Pdl e Scelta civica. Convoglia le varie anime del Pd (inclusa quella che voleva votare assieme a Sel e M5S lo «stop» netto a nuovi acquisti). Ma non piace ai grillini, che in aula hanno esposto foto di guerra e sfidato i dissidenti del Pd a «tirare fuori il coraggio» contro la «mozione supercazzola». E al sel Nichi Vendola che replica a Mauro: «Per amare la pace bisogna dare speranza e diritti, e non cacciabombardieri».
Nelle quattro pagine del documento si rinvia tutto a dicembre: quando ci sarà il Consiglio Europeo. Dopo una premessa che richiama i principi costituzionali dell’articolo 11 («l’Italia ripudia la guerra») e il 52 («la difesa della patria è sacro dovere del cittadino»), si fa riferimento all’appuntamento europeo in vista del quale è stata già deliberata «un’indagine conoscitiva». E si specifica che secondo «il noto centro Sipri» l’Italia «ha avuto la maggiore riduzione fra i paesi occidentali» delle spese militari. Ma soprattutto si fa riferimento al documento programmatico pluriennale per la Difesa (2013-15) che «prevede programmi di acquisizione di mezzi e sistemi d’arma funzionali, tra cui la sostituzione dei velivoli aerotattici». Si impegna così il governo a tenere conto di quell’impegno. A sviluppare iniziative concrete a partire dal Consiglio Europeo per «la crescita della dimensione di Difesa comune europea». E, sul programma F35, «a non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito».
Soddisfatto il Pd Gian Piero Scanu: «Da oggi in poi tutto cambia: non ci saranno più santuari, tutte le decisione saranno prese dal Parlamento. Quando sarà chiamato a decidere se privilegiare i servizi sociali o la spesa militante, sono sicuro che saprà cosa fare». Ma l’ex ministro della Difesa Pd, Arturo Parisi invita a «Non farsi illusioni. La formula oggi adottata non è un esame superato, ma solo rinviato». D’accordo il capogruppo del gruppo misto, Pino Pisicchio: «un compromesso onorevole che non scontenta, dà respiro al governo, ma sposta nel tempo la questione». Plaude invece all’«atto di grande responsabilità e di equilibrio» il capogruppo di Scelta civica, Lorenzo Dellai. Parla di «votazione positiva» il Pdl Fabrizio Cicchitto. Mentre la Lega vota «no» ad entrambe le mozioni e dichiara: «Pagliacciate».
Virginia Piccolillo


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