Epifani blinda il governo: almeno 2 anni E le primarie potrebbero slittare al 2014

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ROMA — Non c’è soltanto l’ennesima secchiata d’acqua sull’incendio del post-Ruby, con quel richiamo al «clima da stemperare» rivolto tanto al Pdl quanto ai Democratici tentati dal ritorno alle urne. C’è anche una durata minima. «Almeno due anni». Che arriva persino a superare i «diciotto mesi» che Enrico Letta s’era posto come obiettivo.

A Bruxelles, dove partecipa a un incontro con i rappresentanti dei partiti socialisti europei, Guglielmo Epifani prova a blindare il governo. E ad arginare i movimenti di chi, dentro il suo Pd, si muove come se aspettasse la resa dei conti.

Ventiquattr’ore dopo gli interrogativi di Rosy Bindi («Il Pd può stare in maggioranza con uno che ha accumulato diverse gravissime condanne?») e le punture di spillo del vicepresidente del Parlamento europeo Gianni Pittella («Il silenzio del Pd sulle esternazioni di Berlusconi sui magistrati è imbarazzante»), il segretario intima l’altolà. E parla alla suocera del Pdl perché le nuore del suo stesso partito intendano un messaggio chiaro: il governo Letta non si tocca.

«Il clima si può stemperare. Ma il Pdl deve decidere se il governo va sostenuto per dare una mano al Paese. Oppure chiarire che ci sono altre questioni attinenti ai problemi del processo di Berlusconi», ha sottolineato Epifani. Martedì, ha aggiunto, «ci sono state delle rassicurazioni» che però non bastano. Perché, e qui si torna al punto di partenza, «c’è bisogno di stabilità per almeno due anni».

Col discorso di Bruxelles si materializza, per la prima volta plasticamente, il solido asse che c’è tra il segretario del Pd e il presidente del Consiglio. Anni fa pare che i due, quando il primo era leader della Cgil e il secondo a capo di un’area molto critica nei confronti del sindacato di Corso d’Italia, si guardassero con reciproca indifferenza, quando non con freddezza. Adesso la situazione è cambiata, e non poco. Tanto che più d’uno, di recente, ha sentito Letta confessare che «un uomo col carattere di Guglielmo è il miglior alleato, in una fase come questa».

E così, incontro dopo incontro, messaggino dopo messaggino, tra Letta ed Epifani è nata sottotraccia una solida alleanza. Martedì, incontrandosi a Palazzo Chigi mentre fuori infuriava la tempesta berlusconiana, i due si erano divisi i compiti. Il premier aveva garantito sul fatto che non avrebbe mai ceduto a eventuali richieste di Berlusconi sulla giustizia. E il segretario, di contro, gli aveva promesso di tenere a bada il Pd. Un accordo che ha retto bene alle prime prove. Tanto è vero che da Bruxelles Epifani s’è prodigato di rassicurare persino la Cgil, garantendo che «le cifre impegnate dal governo sul lavoro sono più alte di quelle attese».

Incassata la non belligeranza momentanea di Berlusconi, però, a Letta rimane il problema del Pd. Come evitare che le tensioni congressuali si scarichino sull’esecutivo? Anche su questo dossier Epifani ha un piano. Che proverà a mettere a punto già oggi, quando riunirà la commissione per le regole. All’ordine del giorno ci sono la scelta di celebrare prima i congressi locali e il dimezzamento dei componenti dell’Assemblea nazionale. Sul secondo sono tutti d’accordo. Ma è il primo punto quello su cui il segretario del Pd proverà a innestare la sua personalissima road map . La promessa a Renzi di non rinviare le assise sarà mantenuta. Ma, ed è questa la missione che s’è dato il leader dei Democratici, il punto finale del percorso congressuale, e cioè le primarie per il nuovo leader, potrebbero essere rinviate all’inizio del 2014. Per preservare l’esecutivo dalla disfida finale per la guida del Pd.

Per capire se è una mission impossible bisognerà aspettare le reazione di Matteo Renzi. Ma l’allungamento dei tempi del congresso è già tra i desiderata dell’asse Letta-Epifani. A cui adesso guarda con attenzione anche Massimo D’Alema, che ieri ha risposto alle domande su una sua possibile candidatura alle Europee. «Non ci ho pensato, ma l’Europa mi interessa». E comunque, «deve chiedermelo il partito».

Tommaso Labate


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