Stasera sit-in a Montecitorio per fermare l’acquisto dei caccia F-35

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“Spendere 14 miliardi di euro per comprare (e oltre 50 miliardi per l’intera durata del programma) un aereo con funzioni d’attacco, capace di trasportare ordigni nucleari, mentre non si trovano risorse per il lavoro, la scuola, la salute e la giustizia sociale –è una scelta incomprensibile che il Governo deve rivedere” – riporta la nota delle associazioni. L’ultimo voto parlamentare in merito al programma risale al 2009 quando il governo Berlusconi ha dato il via libera alla realizzazione della linea di montaggio finale e revisione (FACO/MRO&U) a Cameri.

Dopo aver sensibilizzato l’opinione pubblica a riguardo del caccia F-35, già a partire dal 2009 quando nessuno trattava questo tema, ed aver raccolto il supporto di oltre 80.000 firme di cittadini, 650 associazioni, il sostegno dioltre 60 Enti Locali (tra Regioni, Province e Comuni) la campagna “Taglia le ali alle armi” continua la propria azione affinché venga decisa la cancellazione della partecipazione italiana al programma F-35 JSF. La campagna invita tutti a scrivere personalmente ai deputati della propria circoscrizione per chiedere loro di votare la mozione per fermare il programma degli F35 e per ridurre le spese militari a favore del lavoro, dei giovani, del welfare e delle misure contro l’impoverimento degli italiani.

“Il Parlamento ha un’ottima occasione per riavvicinarsi a un’ampia parte della popolazione che è sicuramente contro gli F-35 – sottolinea Grazia Naletto co-portavoce della campagna Sbilanciamoci!. “Non è possibile mantenere anche su un tema delicato come questo la grande distanza tra le richieste e le convinzioni delle italiane e degli italiani e le scelte della nostra politica”. Sin dai giorni immediatamente successivi le elezioni dello scorso febbraio la Campagna “Taglia le ali alle armi” ha ricordato come le dichiarazioni elettorali dei principali leader politici dimostrassero come oltre i due terzi dell’attuale Parlamento si dovrebbero e potrebbero dire contrari all’acquisto dei caccia di fabbricazione statunitense.

“I costi fuori controllo, le problematiche tecniche, i tempi sempre più allungati, ma soprattutto l’uso di uno strumento di attacco che mal si concilia con la nostra Costituzione e con un modello di difesa che ancora non è stato ridiscusso dimostrano come la battaglia per la cancellazione degli F-35 sia ancora oggi fondamentale” – sottolinea Flavio Lotti, portavoce di Tavola della Pace. “Gli F-35 fanno male alla nostra democrazia perché attorno a queste armi si muove un complesso reticolo di interessi politici, economici e militari che stanno inquinando e minando in profondità le istituzioni del nostro paese. Per questo è bene che il nuovo Parlamento si pronunci chiaramente” – conclude Lotti.

“Il nostro impegno è sempre stato quello di stimolare Governo e Parlamento a rivedere una decisione inutile, dannosa e problematica in questi tempi di crisi” – evidenzia Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo. “Dai problemi tecnici ai costi sempre in aumento, dai dubbi di tutti gli altri paesi partner alla ostinata decisione di continuare l’acquisto da parte del nostro Ministero della Difesa, alle inesistenti “penali” sulla cancellazione dell’acquisto fino allo smascheramento delle favole sui ritorni occupazionali, l’opinione pubblica ha avuto modo in questi ultimi mesi di capire meglio cosa sta dietro al progetto del caccia F-35. E comprendere come si tratti dell’ennesimo e gigantesco spreco di denaro pubblico a sostegno delle spese militari distolto invece da usi socialmente ed ambientalmente più utili e necessari”.

La campagna “Taglia le ali alle armi” ha raccolto e rilanciato l’appello per la cancellazione del programma F-35 sostenuto da esponenti dell’informazione e della cultura come Gad Lerner, Roberto Saviano e Riccardo Iacona e personalità del mondo della pace come Cecilia Strada e Chiara Ingrao; personaggi di rilievo pubblico (e primi firmatari di mozioni contro gli F-35 nella scorsa legislatura) come Umberto Veronesi e Savino Pezzotta e due figure importanti del mondo dell’impegno cattolico come padre Alex Zanotelli e don Luigi Ciotti. Tutti insieme per chiedere al nostro Parlamento una scelta di responsabilità su questo tema particolare e su quello delle spese militari in generale.

Ci troviamo di fronte ad un passo importante per far sentire con forza ai nostri Deputati come sia davvero necessario che il Parlamento riprenda in carico questo tema” – sottolinea ancora Francesco Vignarca. “Se è vero infatti che è oggi il Governo – a seguito di tutti i passaggi di autorizzazione previsti dalla legge – a poter decidere autonomamente sull’acquisto dei caccia F-35, è anche vero che la situazione è molto cambiata dal 2009 e nell’ottica della difficile situazione del paese non si può certo tirare dritto come se nulla fosse mutato. Va poi detto che da più parti (anche da chi non vuole subito una cancellazione del programma, e perfino dallo stesso nuovo Ministro della Difesa) si è sottolineata la necessità di avere sugli F-35 una franca e piena discussione in Parlamento” – conclude Vignarca. [GB]


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