Il centrosinistra vince i ballottaggi e si riprende Roma La Lega in caduta

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ROMA — I candidati sindaco sostenuti dal Pd e dal centrosinistra vincono tutti i duelli con il centrodestra, la Lega e i centristi. Da Roma — dove il chirurgo Ignazio Marino batte Gianni Alemanno, primo cittadino uscente, rastrellando ben 100 mila voti in più rispetto al primo turno — a Treviso (sconfitto lo «sceriffo» Gentilini), a Brescia (strappata al Pdl, con Emilio Del Bono), a Siena (nonostante lo scandalo Monte dei Paschi), a Lodi (Simone Uggetti), a Viterbo, ad Avellino (lo sfidante era dell’Udc), a Imperia, ad Ancona, a Iglesias: ovunque ha avuto la meglio il centrosinistra imponendo una vittoria netta che fa registrare un 16 a 0 se si contano anche i cinque Comuni capoluogo conquistati direttamente al primo turno. E anche a Catania, dove ieri si è votato al primo turno come in altri comuni della Sicilia, potrebbe essere eletto subito, senza passare per il ballottaggio, l’ex ministro dell’Interno Enzo Bianco (Pd) mentre Felice Calabrò (centrosinistra) potrebbe farcela a Messina. Al Nord, invece, crolla la Lega creando non pochi problemi all’alleato Pdl mentre il M5S si deve accontentare di conquistare il sindaco a Pomezia e ad Assemini (Cagliari): «Il cammino del Movimento è lento ma inesorabile», è il bicchiere mezzo pieno visto da Beppe Grillo che, forse, mirava a municipi più importanti e a Catania deve assistere alla scomparsa del M5S.
In termini assoluti, però, il crollo dell’affluenza (dal 59,76% al 48,57% in soli quindici giorni nei comuni dove si è svolto il ballottaggio) ha determinato una vera e propria emorragia di voti che è quantificabile in circa tre milioni di elettori (500 mila in Sicilia). La doppia linea gotica dell’affluenza ha tagliato in tre l’Italia: al di sopra della soglia del 50% Piemonte (record in provincia di Cuneo con il 77,6%), Veneto, Lombardia, Emilia e Liguria. Sotto l’asticella, invece, tutto il centro: Toscana, Lazio, Marche, Abruzzo (minimo storico all’Aquila con il 44,7%) e Calabria. Percentuali di nuovo sopra il 50% in Campania, Puglia e Sardegna. In Sicilia ha votato il 66% degli elettori, in controtendenza dunque rispetto alle Regionali di ottobre 2012 quando aveva votato solo un siciliano su due.
La tendenza è sempre verso il basso ma, come ha ricordato il politologo Roberto D’Alimonte, «siamo sempre avanti ad altri Paesi europei» considerando che, per esempio, «il sindaco di Londra è stato eletto dal 38% degli elettori». Eppure c’è anche chi attacca la legge per l’elezione dei sindaci basata sul doppio turno: «La crepa si è ancora più allargata con il meccanismo dei ballottaggi e se qualcuno può ritenere fisiologico l’allontanamento dai seggi nel secondo turno, noi invece crediamo che questo sia un fatto estremamente negativo», azzarda Pino Pisicchio (Centro democratico).
A Modugno (Bari) è stato eletto sindaco, con un’alleanza tra liste civiche, Verdi e Rifondazione, l’ex procuratore della Repubblica di Larino, Nicola Magrone. A Barletta stravince il giornalista Pasquale Cascella che è stato per sette anni il consigliere per l’informazione del capo dello Stato. In provincia di Brindisi, a Carovigno, è resuscitato dopo un lungo letargo politico Cosimo Mele, ex deputato dell’Udc che si fece conoscere a Roma per un festino a luci rosse all’hotel Flora: «Riparto da qui», ha detto quando è stato certo che sarebbe diventato sindaco battendo la candidata del centrodestra Tonia Gentile e quello del centrosinistra Corrado Tarantino. A Fiumicino ce l’ha fatta l’ex senatore Esterino Montino (Pd). Anche a Viareggio, con l’avvocato di 39 anni Leonardo Betti, torna il centrosinistra. In Lombardia il centrosinistra vince tutti i ballottaggi: Lodi e Brescia ma anche Carate Brianza, Brugherio, Seveso, Bareggio, Gorgonzola, Bresso e Cinisello Balsamo.


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