Riforme, il comitato si allarga a 35 esperti

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ROMA — Per accontentare tutti e fare così la quadratura del cerchio si è allungata la lista dei saggi. Dai 25 di cui si parlava inizialmente si è passati a 35. Il premier Enrico Letta ha firmato ieri il decreto con il quale nomina il collegio di esperti che aiuterà il governo nell’elaborazione dei progetti di riforma della seconda parte della Costituzione. Il gruppo domani salirà al Quirinale per incontrare il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Ci sono dieci donne, una scelta dettata dall’esigenza di evitare questa volta critiche e rimostranze per il mancato inserimento di rappresentanti dell’altra metà del cielo, sorte al momento della designazione dei «facilitatori» insediati a suo tempo dallo stesso Napolitano. Accanto a loro ci sono tre presidenti emeriti della Corte costituzionale (Enzo Cheli, Cesare Mirabelli e Valerio Onida), l’ex rettore della Bocconi Guido Tabellini, l’ex ministro (già commissario europeo) Franco Frattini, Luciano Violante che ha guidato l’assemblea di Montecitorio, Giovanni Pitruzzella (dirige l’Antitrust ed è docente a Palermo) e Nicolò Zanon (professore a Milano e membro laico del Csm). Nell’elenco compaiono anche due editorialisti del Corriere: Angelo Panebianco e Michele Ainis.
Nel comitato figurano membri delle università di tutto il Paese e, nel caso di Nadia Urbinati, anche della Columbia University di New York, insieme ad ex parlamentari. Tra di loro Stefano Ceccanti (Pd) e Francesco D’Onofrio (Udc). Ci sono, inoltre, docenti vicini al mondo delle autonomie come Maria Cristina Grisolia e Luciano Vandelli. Ogni area politico-culturale e dottrinaria è rappresentata, compresa quella dei costituzionalisti che difendono a oltranza la «bellezza della nostra Carta» e che hanno in Gustavo Zagrebelsky il proprio punto di riferimento: si tratta di Lorenza Carlassare e di Mario Dogliani. Parlamentaristi e presidenzialisti sono presenti in egual misura. E tra questi ultimi va annoverato Augusto Barbera.
Dal governo in via riservata trapela soddisfazione per le scelte fatte che «sono molto equilibrata». Analogo giudizio si coglie negli ambienti del centrodestra, dove si fa notare che «finalmente il costituzionalismo di area moderata è entrato nel salotto buono con pari dignità degli altri». Un indizio del cambiamento di clima politico, effetto tangibile delle larghe intese.
A stendere l’elenco dei nomi — già in parte anticipati nei giorni scorsi dal Corriere — sono stati il premier Letta e i ministri Dario Franceschini (Rapporti con il Parlamento) e Gaetano Quagliariello (Riforme). L’accelerazione è dovuta al pressing esercitato dal capo dello Stato che proprio lunedì, incontrando il premier e i ministri, li aveva esortati a non perdere il ritmo, a continuare spediti sulla strada delle riforme. E così, dopo una limatura molto laboriosa — i curriculum giunti a Palazzo Chigi sono stati davvero tanti — si è arrivati all’emanazione del decreto da parte del presidente del Consiglio. Domani, dopo l’incontro con Napolitano, il comitato di esperti sarà insediato ufficialmente, e lo sarà alla vigilia di un consiglio dei ministri nel corso del quale si darà via libera al ddl costituzionale per fare nascere la «Commissione dei 40», cioè quell’organismo parlamentare che dovrà approvare i progetti di riordino istituzionale.


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