DIRITTI GLOBALI 2013: GOVERNO NON ASCOLTA PROTESTA SOCIALE

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(ANSA) – ROMA, 04 GIU – “Non sembra esservi stato sinora adeguato ascolto della disperazione individuale e neppure della protesta sociale ed elettorale. Il governo Letta, definito da alcuni osservatori ‘ircocervo’, un ibrido Pd-Pdl con qualche foglia di fico tecnica, non pare certo rispondente all’ampio disagio emerso dalle urne: a fronte dei tanti drammi legati alla perdita del reddito e del lavoro nulla è stato predisposto sul piano di specifici servizi di sostegno psicologico e di attività di prevenzione”. Così Sergio Segio, nel Rapporto sui Diritti globali 2013, presentato oggi a Roma. Segio denuncia la politica dei tagli e del rigore e chiede “un nuovo modello di sviluppo”; definisce “una scelta paradossale” (“una bomba a orologeria”) aver inserito il pareggio di bilancio nella Costituzione italiana, perché “fiscal compact significa manovre e tagli per 40-50 miliardi l’anno per il prossimo ventennio”. Una “bomba pericolosamente innescata”, secondo il curatore del rapporto, sono anche i tagli alla salute “di oltre 30 miliardi di euro”, che arrivano in un momento in cui anche “le risorse destinate all’inclusione sociale sono rimaste tra le più basse d’Europa”: “la distanza tra ultimi e nuovi penultimi, già breve, si è ulteriormente accorciata. Basti pensare che su un totale di 16,7 milioni di pensionati , quasi 8 milioni percepiscono meno di 1.000 euro al mese, oltre 2 milioni meno di 500 euro”.

Il non lavoro, aggiunge Segio, “é divenuto un dramma sociale di notevoli dimensioni” e in Italia “le anomalie democratiche sono diverse e vistose, eppure ormai metabolizzate come normalità”. “Nelle urne della democrazia 2.0 – conclude Segio – si finirà per votare direttamente con il bancomat (chi non avrà il conto in banca ben fornito perderà le prerogative e i diritti di cittadino), anziché mediante la scheda elettorale. Ma occorre avere consapevolezza che le soluzioni vanno pensate, organizzate e perseguite a livello globale. Lì si gioca la partita per una nuova democrazia, per nuovi percorsi di eguaglianza e di giustizia sociale e ambientale: a livello macro e di sistema”.


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