Business, politica e cultura l’alleanza Cina-Germania spaventa Stati Uniti e Ue

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BERLINO — «Abbiamo relazioni eccellenti, sappiamo condurre un dialogo franco e onesto…quando il made in China, in sinergia tra noi due, sarà  come il Made in Germany, saremo una coppia di sogno». Le parole del nuovo premier Li Keqiang, dopo un vertice a cena con Angela Merkel durato fin oltre le 23, non potevano essere più chiare. Dopo Cindia e al suo fianco nasce Cimania, all’orizzonte, insieme al futuro gigante imperiale asiatico, si disegna una federazione ideale, una strategic partnership tedesco-cinese senza uguali tra Pechino e l’Occidente. La visita di Li a Berlino — successiva a quella a New Delhi ma prima in Europa, trascurando Bruxelles, notano fonti tedesche — segna una svolta.
I rapporti economici bilaterali, hanno constatato la “donna più potente del mondo” e il neopremier cinese, stanno già  al meglio, e corrono. La visita si è conclusa con ben 17 accordi e dichiarazioni d’intenti: un’ennesima nuova fabbrica Volkswagen, a Changsha insieme al partner di Shanghai Saic, e due altre joint venture per il colosso chimico Basf. Il quale non esita a investire nella provincia nordoccidentale dello Xinjang, considerata da altri operatori occidentali a rischio disordini.
Non è finita: Berlino ha confermato il suo decisivo no alla proposta nata a Bruxelles, in ambienti della Commissione, per dazi punitivi dell’Unione europea contro i produttori cinesi di pannelli solari. Primi costruttori al mondo nel comparto, accusati di dumping dei prezzi. Ma noi scegliamo la collaborazione, dicono i tedeschi ignorando i segnali di Barroso. Altre intese riguardano cooperazione scientifica anche in campi sensibili, e un decollo degli scambi culturali, sempre più sinergie tra le università  di punta, sempre più corsi di cinese e tedesco nei rispettivi paesi.
«È una special relationship, vogliamo che sia sempre più forte», fanno sapere fonti della Repubblica popolare. In Europa, aggiungono, nessun leader conta per loro quanto Angela Merkel. Li punta ad acquisire il know-how tedesco nei settori di punta, dalle auto premium alle trazioni ibride all’ambiente, offre in futuro know-how per esempio aerospaziale.
Ma soprattutto, notano ambienti diplomatici di qui, la Germania di Angela Merkel ha un ruolo-chiave nella loro visione geopolitica e geostrategica. Pechino, aggiungono, vedendosi sempre più come concorrente strategico degli Usa, apprezza di Berlino non solo la leadership europea, ma anche le capacità  tedesche di costruire un rapporto speciale con Mosca e di dire a volte no agli Usa, come nel caso Libia. «Loro vedono un potenziale d’alleanza », scrive la
Sueddeutsche Zeitung,
«non oggi o domani, ma loro pensano a lungo termine». Il modo franco, chiaro ma anche discreto con cui Angela Merkel affronta il tema dei diritti umani, o casi personali come quello di Ai Weiwei, aiuta in questo clima. Con l’applauso in questi giorni del padre dell’autonomia tedesca da Washington, l’ex cancelliere Helmut Schmidt, pubblicamente ostile a ogni pressing sui diritti umani.


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