Marino-Alemanno, scontro in tv Scambio di accuse sulla sicurezza

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ROMA — Il giorno dopo il primo turno, a Roma, tutto cambia, si capovolge: il sindaco uscente Gianni Alemanno insegue Marino, sia per il risultato ottenuto — il numero definitivo dei voti di distacco a favore del chirurgo Pd sfiora centocinquantamila — sia per ciò che accadrà  da qui al 10 giugno, perché «se Marino scappa, se si sottrae ai confronti, uccide il ballottaggio». L’altro, considerato indigesto a parte del partito fino a lunedì, si ritrova al Capranica — lo stesso teatro in centro che vide i democratici spaccarsi su Marini prima e Prodi poi — circondato da tutto il Pd o quasi, con tutti convinti, adesso, di colpo, della bontà  della sua proposta. E, lì, col manifesto «torna a votare» a favore di telecamera, Marino — con Roma sotto choc per tre omicidi — attacca il rivale un po’ su tutto, «il lavoro, gli amici assunti ai trasporti, le cubiste che però non hanno la patente per guidare gli autobus, che infatti non passano», e ancora «la cultura, il decoro internazionale perduto, la presenza femminile che, con una nostra vittoria, in Comune sarà  raddoppiata», e però punta soprattutto sulla sicurezza, «il tema che il sindaco uscente cavalcò nel 2008. Ora quando gli ricordiamo i dati sui reati diventa nervoso…». Di colpo, a Roma, tutto cambia.
Anche gli slogan: «Con noi in Campidoglio torneranno di moda l’onestà  e la trasparenza», annuncia il chirurgo dal palco. Che poi era la frase ripetuta dal candidato del M5S. A proposito: «Non abbiamo negoziato né fatto promesse», dice Marino. Non ci saranno apparentamenti. Il chirurgo parla «alle forze che vogliono la rinascita di Roma». M5S e Marchini. Alemanno tende loro la mano: «Interlocutori da sollecitare». Per il sindaco, però, ciò che conta di più, adesso, è «avere un confronto con Marino, finora anche nei programmi tv si è sottratto». Lo dice all’avversario anche in diretta tv (Ballarò), e Marino replica: «Ci vedremo in Campidoglio per il passaggio di consegne». Alemanno insiste: «No, prima». I due bisticciano sul «doppio stipendio da deputato e sindaco preso da Alemanno», «non è vero, non mentire», «invece sì, non dire bugie». Alemanno registra tre differenze con il candidato del centrosinistra: «Il lavoro, i valori» e, proprio come fu nel 2008, «la sicurezza: temo che Marino rappresenti un ritorno a quel veltronismo che aveva aperto le porte della città  a chiunque venisse qui a commettere atti predatori». Intanto gli esclusi dal ballottaggio meditano: il M5S farà  «riunioni con gli eletti nei prossimi giorni». Alfio Marchini — in corso il corteggiamento Pd per ottenere una sua dichiarazione di voto — annuncia che «al ballottaggio voglio che i miei consensi pesino». Il segretario del Pd Lazio Gasbarra scrive ai militanti, facendo il verso a Bersani: «Siamo arrivati primi, ora vinciamo». Sondaggi: difficile che cresca l’affluenza — un romano su due non ha votato — per Tecné Alemanno ha il 20 per cento di possibilità  di rimonta, per Piepoli Marino vince «al 90-95%».


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