Letta: conti ancora difficili Via al negoziato in Europa sugli investimenti «virtuosi»

Loading

ROMA — «Finalmente una buona notizia per il Paese». Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, tira un sospiro di sollievo per la decisione della Commissione europea di far uscire l’Italia dalla procedura di deficit eccessivo sia pure ponendo una serie di condizioni. La decisione dell’Ue ha due conseguenze. La prima pratica, consentendo di sbloccare i cofinanziamenti nazionali da affiancare ai fondi strutturali europei, in particolare per quanto riguarda le infrastrutture. La seconda politica, permettendo all’Italia di uscire dalla serie B e chiedere misure più incisive per la crescita e l’occupazione giovanile. Saranno Letta e il ministro degli Affari europei, Enzo Moavero, a condurre il negoziato con Bruxelles fino al Consiglio europeo di fine giugno. Il piano del governo punta ad ottenere almeno due risultati.
1)La possibilità  di anticipare al 2013 l’utilizzo dei fondi per la Youth guarantee, circa 400 milioni la parte a disposizione dell’Italia, per mettere in campo l’offerta di un’occasione di formazione o di lavoro per i giovani entro 4 mesi dalla conclusione del percorso scolastico o dalla perdita del lavoro. 2) Il via libera a un margine di spesa per il 2014 dello 0,5% del prodotto interno lordo, cioè almeno 7-8 miliardi, per finanziare interventi strutturali per la crescita e l’occupazione, a partire dagli sgravi sulle assunzioni giovanili, senza che questo venga considerato dalla Commissione europea non compatibile col percorso di risanamento e di pareggio strutturale di bilancio sul quale l’Italia si è impegnata e che conta di rispettare sperando anche nel permanere di un basso spread rispetto ai titoli di Stato tedeschi (il che fa risparmiare spesa per oneri sul debito pubblico) e in un accenno di ripresa tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo.
Detto questo, Letta continua a ripetere che la situazione dei conti pubblici rimanga «difficile». L’uscita dalla procedura, infatti, non consente immediatamente alcun utilizzo di nuove risorse genericamente intese. L’Italia, nel 2013, non sembra avere più margini di spesa, dopo aver sbloccato i 40 miliardi di euro per i pagamenti dei debiti con le imprese fornitrici della pubblica amministrazione e aver aumentato così la stima del deficit al 2,9% del Pil. Per ora l’unico effetto della promozione condizionata di Bruxelles è la possibilità  di affiancare ai fondi europei il cofinanziamento nazionale, in particolare sulle infrastrutture. Ulteriori margini sono tutti da conquistare. Letta chiederà  al consiglio europeo di fine giugno «iniziative forti sull’occupazione giovanile». Eventuali sgravi sulle assunzioni a tempo indeterminato potrebbero essere considerati interventi che producono occupazione aggiuntiva strutturale e quindi coerenti con una strategia per la crescita sulla quale però non è stato ancora raggiunto un accordo tra i leader europei.
L’Italia, da ieri, non è più in serie B, ma resta una sorvegliata speciale, a causa di un debito pubblico che sfiora il 130% del Pil, anche se a questo, osserva un ministro, ha concorso la pesante recessione e il contributo dato al fondo Salvastati (Esm) utilizzato per Grecia, Portogallo e Irlanda. «La quaresima non è finita», ammoniscono nelle stanze del governo, ma un primo risultato positivo è stato ottenuto. Adesso si tratta di non sprecare l’occasione di una ritrovata credibilità  («Hanno riconosciuto che abbiamo fatto i compiti a casa») per indirizzare l’Europa verso politiche più orientate alla crescita e all’occupazione. Con effetti che, se si vedranno, sarà  solo nel 2014. Per ora c’è un segnale importante sulle opere pubbliche: al settore delle costruzioni, vitale per il nostro Pil, arriveranno più risorse. Ma per tutto il resto, in particolare per gli interventi necessari nella seconda parte del 2013, dalla riduzione delle tasse (bonus ristrutturazioni, Imu, Iva) agli eventuali sgravi per l’occupazione giovanile, bisognerà  trovare le coperture con tagli alla spesa corrente e alla giungla delle agevolazioni fiscali.


Related Articles

Grilli: via libera della Ue, in partenza i pagamenti

Loading

Subito 1,2 miliardi di Iva Il commissario Rehn avverte: conti in linea

Stabilimenti in bilico e strategie, i chiarimenti attesi da Palazzo Chigi

Loading

Primo: vederci chiaro. L’invito rivolto dal premier Mario Monti al manager della Fiat, Sergio Marchionne, per un incontro a Palazzo Chigi sabato prossimo, persegue innanzitutto lo scopo di capire la strategia del gruppo. Certo, l’accelerazione subita dagli eventi negli ultimi giorni ha spinto Monti a ridurre i tempi del chiarimento per evitare altre polemiche, ma soprattutto per dissolvere quell’ombra negativa che la vicenda Fiat può gettare sull’operato di un governo che cerca ogni giorno di conquistarsi la fiducia degli altri esecutivi e dei mercati.

«A.A.A. cercasi magazziniere Incline alla subordinazione»

Loading

  È un annuncio pubblicato dal Centro per l’impiego di Livorno. Tra i requisiti una condizione: il lavoratore deve sentirsi «incline alla subordinazione»

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment