Grillo: se scompariamo esplosione di violenza

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BRESCIA — Ancora una piazza, stavolta in due. Beppe Grillo e Vito Crimi insieme. Per la prima volta dalle elezioni il leader riappare a un comizio a fianco del «suo» capogruppo al Senato. In un momento difficile, delicato, tra la fatica del tour per le Amministrative e le polemiche, sempre più dure, con il Pd. Grillo, a Brescia, in un quartiere ad alto tasso di immigrazione, prosegue la sua battaglia. Come poche ore prima a Lodi, quando invita a sostenere il Movimento in modo nuovo. «Abbiamo bisogno di andare al governo, non ce la facciamo più con il 25%», sostiene l’ex showman nel pomeriggio. E attacca a sorpresa anche Angelo Bagnasco: «Sono cattolico, credente, ma sono odiato persino dal vescovo della mia città  â€” dichiara —. Gli ho detto che gira con tre persone di scorta, se Gesù avesse avuto 12 bodyguard difficilmente lo avrebbero messo in croce». In serata nuovi affondi. «C’è il pirletta che è il nipote, il pirlotta lo zio», la battuta su Letta. E su Saccomanni: «È talmente esperto che gli sono sfuggite Monte dei Paschi e Unipol». Su Renzi: «Un ebetino, Berlusconi gli ha suggerito di copiarci». Poi l’affondo sulla vicenda Report: «Portino le prove che rubo, non creino il sospetto. Solo per il server spendiamo 300 mila euro, dicono che guadagniamo milioni… neanche Google».
Intanto, sul piano politico, la giornata è caratterizzata da un faccia a faccia, uno scontro dai toni sempre più accesi. Da una parte la «legge anti-Cinque Stelle», dall’altra Beppe Grillo che contrattacca: «Se scompariamo, ci sarà  veramente un’esplosione di violenza». Refrain già  sentito delle convinzioni del leader sulla crescita delle ultradestre, corretto però dalle novità  politiche sul testo proposto dal Pd. Che Grillo demolisce prima con l’ironia («Le tentano tutte per metterci fuori gioco: ieri hanno fatto una leggina stupenda»), poi nei contenuti: «Fanno così perché loro sono in imbarazzo, sono spiazzati da questa storia dei rimborsi e non sanno come uscirne». Una giornata convulsa sotto questo versante quella dei Cinque Stelle, iniziata con un post sul blog foriero di buoni auspici: «Zanda del pdmenoelle ha ritirato il testo della legge anti Movimento. Il M5S potrà  quindi partecipare e vincere le prossime elezioni». Nel pomeriggio però arriva la secca smentita. «Per quanto mi riguarda no», dice Anna Finocchiaro. Intanto ieri i democratici hanno presentato un’interrogazione per rispettare la legge su «situazioni patrimoniali e redditi», «non escluso Grillo». Il blog e i suoi guadagni sono al centro della scena dopo la puntata di Report di Milena Gabanelli. Ieri, lo staff ha voluto precisare la situazione con una nota. «Negli ultimi anni — si legge — la gestione del blog è stata sempre in perdita. Nel 2012 i costi erano diventati insostenibili e fu inserita per questo, verso metà  anno, la pubblicità , ma non per tutte le categorie, per evitare di chiuderlo». E ancora: «Le perdite del blog sono sempre state coperte da Casaleggio Associati». E sempre ieri i parlamentari del Movimento hanno risposto polemicamente a Gabanelli, annunciando che consegneranno alla redazione «la raccolta completa di tutte le attività  parlamentari svolte». E avvisano: «Ora, però, lasciateci lavorare». Ma per deputati e senatori si profila un nuovo caso: una mail dello staff di comunicazione annuncia una presenza più assidua in Transatlantico, dove di solito si conversa con la stampa. Segue l’invito a rilasciare interviste nella stanza del gruppo di comunicazione dopo aver contattato uno dei componenti dello staff, evitando cronisti considerati «inaffidabili». È qualcuno già  parla di giro di vite.


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