Buycott, l’app che sorveglia le multinazionali: sullo smartphone tutte le info sui prodotti

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NEL CODICE a barre c’è tutto. Anche di più di quello che si immagina. Quando si scansiona uno di quegli incastri di simboli e numeri, si può sapere tutto, ma proprio tutto del prodotto che si ha in mano. E Darcy Burner ha pensato che un’applicazione per  smartphone in grado di decifrare nel dettaglio i codici prodotto potesse tornare utile a chi intende operare scelte precise di consumo. Evitando prodotti di multinazionali specifiche, e filiere che ad esempio comprendano l’utilizzo di ogm o aziende sotto inchiesta. O semplicemente, antipatia personale per un marchio. “Buycott” è un gioco di parole, una crasi tra i verbi “buy” (comprare) e “boycott”, boicottare. In sostanza, un servizio per radiografare nel dettaglio i prodotti. E capire se è il caso di comprarli o boicottarli.

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La storia. L’anno scorso nel suo discorso al simposio della Netroots Nation la Burner, attivista e informatica ex Microsoft, propose di creare un’app in grado di fare le pulci a ogni singolo prodotto sugli scaffali. Burner non è una sviluppatrice, ma  dodici mesi dopo l’app è una realtà , si chiama Buycott e già  dal nome è chiaro a cosa serve: boicottare le corporation dell’alimentazione e della distribuzione, risalendo alle aziende che hanno creato i prodotti che si trovano al supermercato, e sceglierne eventualmente uno di altri produttori. L’idea originaria di Darcy era individuare prodotti che fossero in qualche modo riconducibili alla multinazionale Koch di Charles e David Koch, sostenitori repubblicani. I consumatori spesso non hanno idea che dietro il prodotto che acquistano c’è magari un agente di cui preferirebbero evitare il sostentamento, portato sul mercato da aziende acquisite che hanno ancora il vecchio nome, ma appartengono a marchi mondiali. Nel caso dei Koch avviene ad esempio coi prodotti di abbigliamento Lycra, nel tempo passato di mano nelle acquisizioni aziendali. 

Come funziona.
L’app è stata prodotta da un team di sviluppatori che nel periodo di tempo in cui Darcy Burner esponeva la sua idea, stava già  lavorando a Buycott. Un idem sentire tra la politica e la Silicon Valley, in questo caso estesa virtualmente fino a Los Angeles, dove risiede Ivan Pardo, 26 anni, sviluppatore dell’applicazione per iPhone e Android. Insieme a Maceo Martinez (marketing) e un altro socio, ora Pardo lavora ininterrottamente a Buycott. Che sta scalando le classifiche degli store per smartphone, a sorpresa, tanto che il giovane sviluppatore non riesce a trovare il tempo di dormire. Nel tentativo di migliorare l’app il più possibile per offrire a chi la scarica un prodotto stabile.

Per ora il funzionamento di Buycott è limitato dal database di aziende e marchi, l’app è perfettibile, ma è in espansione costante. Buycott lavora semplicemente scansionando il codice a barre del prodotto, ricostruendo sul display dello smartphone tutta la filiera di produzione e sviscerando gli eventuali collegamenti aziendali. Ad esempio, se il marchio X è di proprietà  della multinazionale Y attraverso la sussidiaria Z, Buycott lo comunicherà  all’utente, che avrà  un’informazione in più per valutare i suoi acquisti. Ma non solo: all’interno dell’app è presente una sezione dedicata all’attivismo. In particolare gli utenti possono creare campagne di sensibilizzazione. Ad esempio, in una delle campagne in corso, “Richiesta di indicazione in etichetta degli Ogm”, Buycott si occupa di estrarre dalla confezione del prodotto le informazioni per sapere se dietro al marchio c’è una delle aziende che ha sovvenzionato iniziative per il blocco della richiesta popolare. Funziona anche in positivo: ci sono aziende ad esempio che hanno sostenuto le battaglie per i diritti degli omosessuali, e Buycott le individua. Al consumatore sta la decisione di supportarle o meno. Attivismo 2.0 in tutto e per tutto, con un’ unica arma: il portafogli.


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