Imu sospesa per la prima casa Si tratta sulla cassa in deroga

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ROMA — La sospensione dell’Imu sulla prima casa (assai dubbia quella sui fabbricati agricoli) che si sarebbe dovuta pagare a giugno e due miliardi di anticipo di cassa ai Comuni, come rimborso del mancato acconto. E poi 700-800 milioni per finanziare 3-4 mesi di cassa integrazione in deroga, niente di più di un provvedimento «tampone», come aveva anticipato il ministro del Welfare, Enrico Giovannini. Infine il taglio degli stipendi dei ministri parlamentari. Sul resto delle riforme se ne riparlerà  in autunno.
Dopo estenuanti mediazioni — l’ultima delle quali si è svolta ieri in un vertice a Palazzo Chigi tra il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, il vicepremier Angelino Alfano e il sottosegretario Filippo Patroni Griffi — il pendolo del governo delle larghe intese sembra essersi fermato qui. Che «non sarà  il decreto dei miracoli», quello che il Consiglio dei ministri, convocato per le 11, dovrebbe esaminare e varare, lo dice per primo il presidente del Consiglio, Enrico Letta, sotto la minaccia della crisi ventilata dal Pdl, per non creare ulteriori aspettative in chi anche ieri ha alimentato il pressing.
«Abbiamo sempre chiesto, e lo ribadiamo con forza, che la sospensione del pagamento dell’Imu deve riguardare anche gli immobili strumentali, compresi alberghi e negozi» ha insistito Carlo Sangalli, di Confcommercio. Appena più soft i toni del leader di Confindustria Giorgio Squinzi: «Va fatta una rimodulazione sulla prima casa e soprattutto sui beni di produzione: sui capannoni deve essere ripensata».
Ma il governo è andato avanti per la sua strada, non foss’altro perché le risorse per ora non sono tali da immaginare l’estensione della sospensione dell’Imu ai capannoni, anche se Letta potrebbe oggi fare un annuncio per prendere un impegno con le imprese. Lo lascia intendere il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina (Pd): «In questo momento credo che non verrà  dimenticata la parte che riguarda le imprese anche se può essere affrontata con modalità  diverse rispetto a quelle previste per la prima casa».
Resta agitato il fronte della maggioranza: «Abbiamo deciso di presentare al governo un’iniziativa per la ripresa economica» avrebbe detto ieri Silvio Berlusconi, in una cena di raccolta fondi per la campagna di Gianni Alemanno. «La cancellazione dell’Imu è la condizione per andare avanti» avrebbe aggiunto. Ma il Pdl vuole incassare anche il dividendo politico della sospensione del provvedimento, ecco perché il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, s’infuria con il ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio che, sempre a proposito dell’imposta sull’abitazione principale parla di un «rinvio a settembre o a ottobre». «Non è un rinvio — tuona Brunetta —: Delrio non sa quel che dice. Parlare di rinvio significa disperdere il messaggio che vogliamo dare agli italiani perché riprendano a consumare: si tratta di una sospensione». La minaccia di provocare una crisi di governo se tutto questo non avverrà , rimane come una pistola sul tavolo: «Entro agosto bisogna fare la riforma complessiva della tassazione degli immobili, compresi i capannoni, altrimenti cadrà  il governo Letta» chiarisce definitivamente Brunetta.
Da sinistra i dolori sono altri. E riguardano le risorse che dovrebbero andare a coprire il «buco» della cassa in deroga. Il segretario della Cgil, Susanna Camusso, è stata molto chiara: «Se finanziare gli ammortizzatori sociali significa sottrarre risorse da altre voci del lavoro, allora c’è qualcosa che non torna, non si sta dalla parte del lavoro». E avanza una proposta: «La soluzione potrebbe essere un anticipo dall’Inps». Ma il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, fa sapere che il governo sta valutando «le risorse disponibili a brevissimo termine» per rifinanziare la Cig in deroga e per poi rivederla. Per il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, «bisogna trovare nuovi fondi: è già  un bene che si trovino questi 800 milioni-un miliardo di euro. Ne mancano appena un po’ in più, bisogna fare un ulteriore sforzo».


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