Berlino frena sull’Unione bancaria. Aiuti a Cipro

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BRUXELLES — Le esigenze elettorali del governo tedesco di Angela Merkel continuano a condizionare la strategia anti crisi dell’Unione Europea e, in particolare, il progetto di Unione bancaria. L’Eurogruppo dei ministri finanziari è iniziato in un clima teso proprio a causa del solito intervento a sorpresa della Germania, che di fatto punta a frenare il tentativo di completare il meccanismo comune di salvataggio delle banche entro i tempi previsti.
Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schà¤uble, è entrato nella riunione a Bruxelles sulla scia della sua proposta — anticipata al mattino in un articolo a sua firma sul Financial Times — di far slittare in due tempi l’autorità  centralizzata per gli aiuti agli istituti di credito al collasso.
Schà¤uble si appella alla necessità  di modificare i trattati per procedere con il meccanismo per le risoluzioni bancarie, che sostanzialmente allungherebbe notevolmente i tempi. In questo modo il governo di Berlino lancia agli elettori tedeschi il messaggio che non intende farli pagare per eventuali salvataggi di banche di altri Paesi dell’Eurozona. Ma al tempo stesso blocca la strategia anti crisi europea. Il ministro delle Finanze tedesco propone di continuare con il coordinamento dell’attuale sistema, che lascia a carico delle autorità  nazionali i costi di ricapitalizzazione degli istituti di credito in difficoltà . A Berlino rinvierebbero l’introduzione dell’autorità  centralizzata a dopo la partenza della vigilanza bancaria comune presso la Bce e la modifica dei trattati Ue.
Il presidente dell’Eurogruppo, il ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselbloem, ha replicato che l’Unione bancaria «non può aspettare», mentre l’eventuale modifica dei Trattati «può essere affrontata successivamente», una volta «messi a posto i tasselli» in corso di definizione a Bruxelles. Dijsselbloem ha rimarcato la tesi largamente maggioritaria nell’Eurogruppo, che ritiene di concretizzare comunque l’autorità  centralizzata di salvataggio delle banche mentre viene esaminata la richiesta tedesca di valutare la compatibilità  con i trattati.
«La Francia fin dall’inizio chiede un’unione bancaria globale e che avanzi rapidamente», ha dichiarato il ministro delle Finanze francese Pierre Moscovici, ridimensionando la richiesta di Schà¤uble a «difficoltà » piuttosto che a «un freno». Sulla stessa linea sono apparsi Portogallo, Spagna e altri Paesi interessati a rilanciare i meccanismi creditizi che attualmente provocano crisi di liquidità  nei canali diretti alle piccole imprese e alle famiglie. Anche la Bce di Mario Draghi è intervenuta contro la proposta dilatoria di Schà¤uble attraverso il membro tedesco dell’organo direttivo Jà¶rg Asmussen.
«L’obiettivo è rendere l’Eurozona più resistente contro le crisi bancarie attraverso uno sviluppo transnazionale di banche sistemiche e, in questo modo, non pesare sui contribuenti e sulle banche centrali», ha dichiarato Asmussen, sostenendo che «questo viene garantito al meglio attraverso un fondo di sviluppo unitario finanziato attraverso prelievi delle banche e un’autorità  unitaria» da far entrare in funzione «contemporaneamente all’autorità  europea di supervisione bancaria».
Schà¤uble ha fatto capire l’attitudine del governo Merkel fino alle elezioni del settembre prossimo aggiungendo la sua convinzione che la Slovenia ce la possa fare a superare le sue difficoltà  finanziarie senza aiuti esterni. L’Eurogruppo ha comunque dato il via libera alle tranche di aiuti a Cipro (3 miliardi) e fatto i passi procedurali per i 7,5 miliardi attesi dalla Grecia.
Oggi a Bruxelles l’Ecofin dei ministri finanziari dei 27 Paesi membri affronta il delicato problema della lotta all’evasione delle tasse transnazionale e ai paradisi fiscali. La Commissione europea si aspetta il mandato per negoziare con Svizzera, Montecarlo, San Marino, Liechtenstein e Andorra, lo scambio automatico di informazioni e la conseguente fine del segreto bancario. Un tema centrale, quello del trasferimento dei dati in materia fiscale.
Dopo il via libera del Lussemburgo, resta da convincere solo la componente di centrodestra della coalizione di governo in Austria, che difende il segreto bancario della banche austriache.


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