Genova, tragedia al porto: 3 morti e 6 dispersi

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GENOVA — Tre morti, quattro uomini recuperati e sei dispersi. È il primo bilancio, terribilmente provvisorio, dell’incredibile incidente accaduto nella notte nel porto di Genova. Erano le 23,15 quando una porta container della Linea Messina, la Jolly Nero, si è schiantata contro il Molo Giano, che ospita la torre di controllo dei piloti, che vigila su tutte le operazioni dello scalo.
Pochi istanti e la torre, centrata nell’urto, è crollata. Prima solo parzialmente, poi del tutto. In quel momento, al suo interno, secondo una prima ricostruzione, vi sarebbero state tredici persone, tra militari della Capitaneria di Porto e uomini della Cooperativa Piloti, la società  che accompagna le navi in tutte le manovre di ingresso e uscita dal porto. Le vittime sono due militari della guardia costiera e un pilota.
I soccorsi sono scattati in pochi minuti. I primi a scattare sono stati i vigili fuoco del distaccamento di Calata Gadda, a poche decine di metri dal luogo dell’incidente. Le pilotine della Capitaneria di Porto e dei vigili del fuoco hanno cominciato a perlustrare il tratto di mare davanti al molo, perché era stata segnalata la presenza di persone cadute in acqua. In pochi minuti sono stati recuperati dai sommozzatori i primi quattro feriti, trasportati negli ospedali Galliera e Villa Scassi. Due di loro sono in gravi condizioni.
Il momento dell’impatto è stato particolarmente drammatico perché si trattava del cambio turno: «È la fase in cui all’interno della torre si trovano più persone», hanno raccontato alcuni militari della guardia costiera. Difficile capire la dinamica dell’incidente: la Jolly Nera, costruita nel 1975 nei cantieri di Amburgo, avrebbe effettuato la manovra in condizioni di sicurezza. Il mare era calmo e sul porto non tirava vento. La nave era accompagnata da due pilotine, una a poppa e una a prua, come di conseutudine. Probabilmente si è bloccato un motore. Lo accerterà  l’inchiesta. Di certo, l’unica spiegazione possibile, al momento, resta quella di un’avaria. Secondo alcuni dei membri dell’equipaggio, in stato di choc, i due motori si sarebbero bloccati e la nave, sequestrata su ordine del magistrato, così come l’area dell’incidente, sarebbe così risultata assolutamente ingovernabile. Il pm Walter Cutugno ha interrogato subito il comandante della nave per ricostruire le fasi del disastro e le possibili cause.
«Ero in servizio qui al molo e ho sentito lo schianto, il tempo di tornare indietro e non ho più visto la torre-piloti», ha raccontato Girolamo Cuomo, operatore del porto di Genova.
Sul posto è arrivato il comandante della Capitaneria, l’ammiraglio Felicio Angrisano che ha tentato di confortare e coordinare i suoi uomini, mentre la nave, che era rimasta incastrata tra le macerie, è stata fatta attraccare lentamente. Per tutta la notte, davanti al Molo Giano, decine di sommozzatori hanno scandagliato
le acque davanti alla torre di controllo, un edificio di tre piani al cui ultimo piano sono ospitati gli uffici che controllano i traffici del porto e ai piani inferiori ci sono gli alloggi. L’immagine, illuminata dai mezzi di soccorso, è terribile. Della palazzina non vi è praticamente più alcuna traccia. L’armatore della Jolly Nera, Stefano Messina, la guarda da lontano. E, con le lacrime agli occhi ripete soltanto: «È una tragedia incredibile, non capiamo che cosa sia successo». Poco lontano volteggia un elicottero. E non si scandaglia soltanto il mare, ma anche le macerie della torre, sotto cui potrebbero essere sepolte ancora altre persone. Si sospetta che ci siano persone rimaste intrappolate nell’ascensore dell’edificio.
Al Molo Giano, un’ora dopo la tragedia, arriva anche il sindaco Marco Doria. Segue le operazioni di soccorso e non parla. E, in molti, a Genova ricordano quella che sembra una vera maledizione che colpisce le altri navi gemelle delle navi della Linea Messina. La Jolly Rossa, che trasportava rifiuti tossici, è affondata al largo di Maratea nel 1989, la Jolly Amaranto si è invece arenata in Egitto, nel 2010, dopo essere rimasta per giorni in balia delle onde.


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