Segreteria pd, il piano di Renzi «Meglio avere le mani libere»
ROMA — Mentre nel Pd ormai è il tutti contro tutti, l’unico che sembra tenersi defilato è Matteo Renzi. Ma sbaglierebbe chi pensasse che il sindaco non continua a tenere un occhio puntato sulla politica nazionale.
Il primo cittadino del capoluogo toscano sta dando gli ultimi ritocchi al suo libro Oltre la rottamazione. Il tema a cui è dedicato, come ha spiegato lui stesso a chi glielo ha chiesto, «è il futuro del centrosinistra, ma, soprattutto il futuro del Paese e dei giovani». E infatti l’ultimo capitolo è scritto sotto forma di una lettera che il sindaco invia a un bambino che nasce nel 2013.
La presentazione del libro darà modo a Renzi di riprendere i suoi giri in tutta Italia e le sue apparizioni in televisione. Insomma, sarà uno strumento per riprendere a fare politica, senza però immischiarsi nelle beghe interne. Secondo il sindaco rottamatore il Pd ha assolutamente bisogno «di fare una riflessione seria e approfondita su se stesso». Non è tanto un braccio di ferro sul nome del segretario che conta, quanto la linea e l’identità che vorrà darsi il partito. C’è chi vede Bersani dietro la candidatura di Epifani e D’Alema dietro quella di Cuperlo. Ma non è dallo scontro tra i due che, secondo i renziani, potrà venire qualcosa di buono.
Comunque il sindaco, che non punta ad avere un segretario suo, preferirebbe invece poter mettere bocca sul responsabile organizzativo del partito. È il posto finora occupato da Nico Stumpo, l’ideatore delle primarie blindate, che interessa i renziani. Per il resto, il primo cittadino di Firenze ritiene che sia «meglio avere le mani libere» e per questo sta meditando di non candidarsi nemmeno alla presidenza dell’Anci. Renzi pensa invece di impegnarsi a fondo sul tema del lavoro, tant’è vero che qualcuno ha parlato di una sua svolta neo-laburista: la sua prossima battaglia sarà incentrata sulla riforma della legge Fornero.
E il primo cittadino di Firenze non diserterà l’appuntamento di sabato prossimo a Roma e interverrà all’assemblea nazionale del Pd.
Mentre il sindaco prepara le sue mosse future, nel Partito democratico continuano lo scambio di accuse e le polemiche, che, inevitabilmente, si ripercuotono sul governo. Ieri il sindaco di Bari Michele Emiliano ha attaccato direttamente Letta: «Era vicesegretario, ha le stesse responsabilità politiche di Bersani, perciò era l’ultima persona che poteva guidare questo governo». E ancora: «Non è un caso che Berlusconi abbia voluto Letta al posto di Renzi: Matteo è un leader naturale, con lui il governo sarebbe stato diverso».
Tenta invece di far da paciere Beppe Fioroni, il quale teme che «tra un po’ non ci sarà il problema degli ex ds e degli ex ppi, ma quello degli ex pd. Il rischio infatti è che il partito si spacchi in tre tronconi: uno centrista, uno di sinistra massimalista, e un altro che tenterà di fare un nuovo Pd. Bersani, D’Alema e Veltroni riprendessero a parlarsi, mentre chi sta al governo non creda che l’esecutivo camperà più a lungo perché non c’è un segretario autorevole alla guida del partito». Evidentemente Fioroni si riferisce alle lotte intestine tra i maggiorenti ex ds e alla volontà di Letta e Franceschini di frenare sull’elezione di un segretario a tutti gli effetti già all’assemblea di sabato prossimo. Come ha detto in serata il premier a Che tempo che fa: «Un reggente o un segretario provvisorio», che porti «ad un congresso che dovrà essere fondativo». L’esatto contrario di ciò a cui punta, per esempio, il «governatore» della Toscana Enrico Rossi, che dà il suo «ok» alla candidatura a segretario operativo di Cuperlo.
È chiaro che tutti questi problemi dovranno essere risolti prima dell’assemblea nazionale di sabato a cui parteciperà anche una rappresentanza di «Occupy Pd», cioè di quei militanti (sopratutto giovani) che in questo periodo hanno occupato le sedi dei circoli del partito per protestare contro il governo con il Pdl.
Nel frattempo, Fabrizio Barca ha iniziato il suo tour per l’Italia con l’obiettivo di aprire un confronto sul documento da lui elaborato. La prima tappa dell’ex ministro del governo Monti è stata ieri Prato. Poi Barca proseguirà approdando a Firenze, dove non è escluso che si incontri con Matteo Renzi.
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