Marino contestato dagli animalisti «Mi hanno aggredito»

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ROMA — A metà  mattina in piazza Campo de’ Fiori ci sono spinte, urla, vernice rossa un po’ ovunque, una candidata della Lista civica spinta in terra, animalisti senza maglietta che urlano «Marino sei tu il babbuino» e slogan antivivisezione: e il candidato sindaco di Roma del centrosinistra, Ignazio Marino — da chirurgo partecipò al primo trapianto di fegato animale-uomo — prima cerca di parlare, poi riesce a rifugiarsi nell’androne di un palazzo della bellissima piazza Farnese, infine un inquilino gli offre ospitalità  in casa; fuori, in piazza, le urla proseguono; un commerciante del mercato reagisce male quando il suo banco di carciofi viene rovesciato dalla protesta; e così la «passeggiata elettorale» di Marino finisce con la polizia in strada, due denunce per aggressione (presentate dalla candidata spinta in terra, Emilia La Nave, 44 anni, ricercatrice al Cnr, e da un collaboratore di Marino), e un’infinità  di polemiche. Anche politiche.
Perché il tema animalista era già  entrato nella campagna elettorale. Così, accade che il sindaco in carica Gianni Alemanno prima spedisce la solidarietà  a Marino per l’aggressione — «Mi dispiace, sono cose che non devono avvenire, il confronto deve essere sempre civile» — e poco dopo posta sui social network una foto con il suo gatto: «Roma è una città  a misura degli animali». Il candidato «indipendente», Alfio Marchini: «Visto ciò che l’ottimo Marino ha dovuto subire mi sembra il minimo perdonargli l’ennesima caduta di stile nei miei confronti (Marino a Sky aveva ironizzato sulla passione per il polo di Marchini, ndr). Lo invito comunque a farsi coraggio accettando il confronto pubblico sui temi concreti che stanno a cuore ai romani, fuggire non gli fa onore».
I collaboratori di Marino nel pomeriggio denunciano anche «minacce dopo l’aggressione», lo stesso Marino su Facebook parla di «atto di violenza e intimidazione». Gli animalisti, però, rigettano le accuse: «Minacce? Non è nel nostro stile e non lo sarà  mai e pertanto — sostiene il presidente di FederFida, Loredana Pronio, già  candidata alla Regione Lazio con l’Udc — chi sta usando queste modalità  se ne assuma la responsabilità . Al contrario il solerte servizio d’ordine ha aggredito e strattonato i nostri volontari». La ragazza finita in terra, Emilia La Nave, offre una versione diversa: «Non c’era servizio d’ordine purtroppo, siamo stati accerchiati, ci hanno stretto in una situazione brutta, violenta, pericolosa». Ignazio Marino: «Sono stato aggredito perché difendo la vita, poi ho rifiutato la scorta che mi era stata assegnata». Nel merito: «Sono pronto a qualsiasi confronto, ma non mi hanno permesso di parlare. Avrei spiegato che i regolamenti internazionali richiedono che ogni farmaco sia sperimentato almeno su un topo o un roditore. Queste manifestazioni sono fuori luogo anche perché con la bioingegneria siamo riusciti a realizzare un rene di topo, ormai la sperimentazione sugli animali è al crepuscolo. Ai contestatori e a chi li ha mandati, comunque, chiedo: se avessero una bimba malata di leucemia la lascerebbero morire o le darebbero una medicina sperimentata purtroppo su topi?».


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