Appello delle Nazioni Unite per la libertà di stampa
Quest’anno è stata dedicata ai giornalisti imprigionati nel mondo come forse è Domenico Quirico
Fiocco giallo Ormai simbolo internazionale di speranza per i dispersi in guerra, è il simbolo della «Giornata della memoria dei giornalisti uccisi da mafie e terrorismo» di Perugia ROMA – Seicento giornalisti uccisi negli ultimi dieci anni mentre erano sul campo ed esercitavano la professione. Nove volte su dieci gli assassini non hanno pagato per il loro crimine perchè «persiste un clima di impunità . Troppi rappresentanti dei media soffrono ancora oggi di intimidazioni, minacce e violenza».
Durissima la condanna lanciata nella ventesima giornata mondiale per la Libertà di stampa dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, e dal direttore generale dell’Unesco Irina Bokova: «Tutti hanno voce e devono essere messi in condizione di parlare in sicurezza. La ricerca della verità è un dovere e un diritto». Un appello ai governi, alla società , ai singoli cittadini affinchè queste morti non finiscano nel dimenticatoio e siano uno sprone ad agire con determinazione.
Il pensiero corre istintivamente a Domenico Quirico, inviato del quotidiano La Stampa, scomparso 23 giorni fa in Siria. Non se ne hanno più notizie. La Procura di Roma, su iniziativa del pubblico ministero Francesco Scavo, ha avviato un’indagine ipotizzando il reato di sequestro di persona con finalità di terrorismo. Ma gli elementi in mano agli inquirenti sono davvero pochi. L’ultima traccia che si ha di lui è un sms inviato a un collega della Rai dove gli scriveva di essere sulla strada di Homs, zona di violenti scontri. Poi nessun altro contatto. La sua scomparsa richiama la vicenda dell’americano Jim Foley, 39 anni, in Siria per Global Post, France Presse e altri media. Da sei mesi se ne sono perse le tracce. E da ambienti vicini alla famiglia rimbalza un’ipotesi che per ora non sembra avere fondamento. Il reporter, di cui però non si fa il nome, potrebbe essere tenuto prigioniero dai servizi segreti di Damasco insieme con «uno o più giornalisti occidentali». Le informazioni proverrebbero da «fonti indipendenti molto credibili secondo cui Jim è detenuto in una prigione del regime», afferma Phil Balboni, cofondatore della testata online Global Post.
E’ stata dedicata a Quirico la «Giornata dei giornalisti uccisi da mafie e terrorismo» aperta a Perugia da Franco Siddi, segretario generale della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi), caratterizzata da un fiocco giallo: «E’ simbolo di speranza, è un appello a chi in quel teatro di scontri armati fra regime e rivoltosi possa averlo fermato o gli stia impedendo di comunicare. Il nostro collega non è un nemico e merita rispetto».
I dati diffusi da varie organizzazioni internazionali confermano che la libertà di stampa è un diritto troppo spesso calpestato. Secondo Reporter senza Frontiere sono 19 i giornalisti uccisi nel 2013, 174 quelli arrestati. Vittime non solo gli inviati nelle zone di guerra, a volte sottoposti a torture. I soprusi riguardano anche le firme dell’informazione digitale, oggetto di censura e violazione di privacy. Nei Paesi dai regimi repressivi come Siria, Iran, Cecenia, Cina o Vietnam i blog diventano l’unica forma di denuncia pubblica. Amnesty International riporta elenca le violazioni del regime di Assad. Dall’inizio del conflitto, 36 reporter morti, numerosi dispersi.
La libertà di stampa «deve essere difesa, online e offline. Nell’Ue noi continueremo a promuovere questi diritti», ha detto Catherine Ashton, Alto rappresentante per la politica estera.
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