La Cassazione mette fine all’“emergenza nomadi”

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ROMA – La Corte Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dal governo italiano con il quale chiedeva di cassare la sentenza del Consiglio di Stato che nel novembre 2011 aveva dichiarato l’illegittimità  dell’ “emergenza nomadi” in Italia. A darne notizia è l’associazione 21 luglio, da anni impegnata per la tutela dei diritti di rom e sinti. La sentenza, pronunciata oggi, risponde alla richiesta avanzata dall’allora presidente del Consiglio Mario Monti il 15 febbraio 2012 di rivedere quanto stabilito da Palazzo Spada che aveva messo in discussione il “Piano nomadi” voluto dal governo Berlusconi e presentato dall’allora ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Sentenza del Consiglio di Stato successiva ad un primo pronunciamento del Tar del Lazio su ricorso presentato dallo European roma rights centre e da una famiglia rom, ma che, diversamente da quanto stabilito in primo grado, dichiarava “l’illegittimità  del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 maggio 2008”, quello che istituiva l’emergenza.

La sentenza “chiude una delle pagine più buie dei diritti umani delle comunità  rom e sinte in Italia – spiega la 21 luglio -. Il periodo dell’emergenza aveva scandito la nascita di diversi Piani Nomadi, attraverso i quali, in alcune città  italiane, politiche discriminatorie e segregative avevano causato sistematiche violazione dei diritti delle comunità  rom e sinte. Dietro la giustificazione di un presunto “stato di emergenza”, le autorità  delle città  interessate, in deroga alle normative vigenti, hanno promosso politiche segnate da schedature etniche, costruzione di mega campi monoetnici e azioni di sgombero forzato”. Una sentenza “storica”, che secondo l’associazione, “dice che è giunta l’ora di voltare pagina, per fare uscire dall’alveo dell’emergenza le politiche indirizzate alle comunità  rom e sinte, da 5 anni ricondotte esclusivamente ad un’ottica securitaria”. (ga)

 

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