Show di Grillo (senza comizio) «Un golpettino istituzionale furbo»

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ROMA — La domanda, al termine di una conferenza stampa-comizio lunga 120 minuti, la fa la giornalista Lucia Magi del quotidiano cileno La Tercera: «Scusi, Grillo ma non è eccessivo parlare di golpe?». E lui, che ci pensa su due decimi di secondo in più, tanto per metabolizzare il cortocircuito del binomio golpe-Cile, risponde: «Io non ho detto colpo di Stato, ho solo scritto colpo di Stato ma l’ho fatto tra virgolette… In effetti, colpo di Stato è una parola forte e poi non è nella nostra storia, non è come in Cile. Qui da noi è un golpettino istituzionale furbo che serve a salvare il culo a Bersani e Berlusconi per la vicenda Monte dei Paschi… Hanno rieletto Napolitano ma solo Chaves è stato presidente 14 anni». E ancora, a chi gli chiede se adesso, col governo delle grandi intese, c’è da aspettarsi un’altra piazza San Giovanni: «Vedremo, non so quale sarà  il modulo comunicativo per questi mesi. Scendere in piazza? Se sarà  necessario ci andremo…».
Frena, dunque, Grillo che sabato aveva intrapreso la sua singolarissima marcia in camper su Roma. E, in effetti, il Grillo che alle 15 si presenta ai margini di piazza Santi Apostoli più che un capo rivoluzionario pronto a menar le mani appare a tutti come un leader talmente amato dalla sua gente che non riesce neanche a scendere dall’auto. Le telecamere lo assediano, la Digos tenta di fargli strada, i fan vogliono toccarlo e lui fa appena in tempo a salire sul tetto di un’utilitaria grigia (e lo fa con una certa agilità ): alza le braccia e urla «Arrendetevi». È un attimo. Poi se ne va («La polizia lo ha consigliato di non rimanere», azzarda Vito Crimi), anche perché già  dalla mattina aveva capito che quella piazza troppo piccola, senza palco e senza servizio d’ordine, poteva diventare un problema: «Vado, faccio un saluto e poi vediamo».
Così, alla testa del corteo pacifico e colorato che tracima da piazza Santi Apostoli — slogan contro Napolitano e Berlusconi, coro per Rodotà , cartelli con su scritto Golpe (senza virgolette) mentre un solitario espone un foglio: «Pd idioti o complici» — rimangono i capigruppo Roberta Lombardi e Vito Crimi e una manciata di parlamentari guidati dal senatore Bartolomeo Pepe: «Stiamo cercando di capire con le forze dell’ordine: se è possibile faremo un corteo fino al Quirinale», comunica Crimi alla folla in attesa. Poi, però, la questura concede al massimo «una passeggiata» fino al Colosseo lungo via dei Fori Imperiali già  piena di turisti grazie alla pedonalizzazione domenicale. E così il corteo parte e lo stesso Grillo si fa sentire su Twitter: «Ora c’è una manifestazione che non è organizzata da noi, se è una cosa pacifica, una passeggiata, va bene. Ma senza fare manifestazioni che possono degenerare».
Quando il corteo arriva davanti all’Arco di Costantino la delusione è grande tra i grillini che non sanno più cosa fare. Apprendono dal deputato Alessandro Di Battista che Grillo non verrà  però alcuni insistono e chiedono di andare al Quirinale. Ma la Lombardi — che si becca pure una reprimenda da un’anziana militante: «Devi essere più dolce, meno arrogante» — è inflessibile: «La manifestazione termina al Colosseo». E con tante scuse per l’iniziativa organizzata male, presentate dai parlamentari M5S, il corteo si scioglie.
Dunque, per ora Grillo non ha intenzione di incendiare la piazza anche se poi racconta la storia dei Sik incontrati a Mestre grazie a un prete operaio: «Noi siamo gandhiani e non c… Siamo gandhiani come gli indiani con il turbante che mi hanno detto di aver cremato in India i corpi dei loro compagni uccisi durante una manifestazione. Li hanno cremati insieme all’azienda nella quale lavoravano. Sì, hanno incendiato la fabbrica…».
E ora la nuova coreografia M5S prevede che lo staff disposto intorno a Grillo agiti le mani alzate in segno di assenso: è il gesto dell’applauso muto del linguaggio dei segni che, osserva Di Battista, ha il pregio di non coprire la voce di chi parla». Comunque il suo comizio in una domenica in cui si vota in Friuli serve a Grillo per parlare ai tanti giovani del Pd che gli strizzano l’occhio: «Io non gioisco perché il Pd si è spaccato…». Ma il discorso del leader è rivolto pure ai militanti M5S che hanno capito che, con le larghe intese, non toccheranno palla per molti mesi perché «non c’è spazio per il M5S in questo governo»: «Il Parlamento è un guscio vuoto. Noi siamo all’opposizione, diremo sì alle leggi che abbiamo previsto nel nostro programma». Infine un accenno, non proprio un ringraziamento, a Stefano Rodotà : «Gli ho detto che non volevo fare la marcia su Roma. Con Rodotà  non ho rapporti, so solo che piace alla rete». Ma quanti voti ha preso Rodotà  alle Quirinarie del M5S? «Non lo so», risponde Grillo.


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