Visco: “Servono misure anche severe”
WASHINGTON — Monito del governatore della Banca d’Italia al nuovo governo: «Non è spendendo allegramente che si torna a crescere». Al contrario «servono decisioni anche severe» per risolvere i problemi del Paese. Ignazio Visco parla al vertice Fmi di Washington. Dice di confidare nella «saggezza e nella rettitudine» del presidente Napolitano. Traccia le linee guida per l’esecutivo che verrà . La «stella polare del risanamento » non si tocca. Il debito italiano «non può che scendere». Il disavanzo attuale è «virtuoso», ma non è più quello imposto dalla Bce perché è stato reso «più flessibile». A livello europeo, sui target «una lettura meno talebana dell’austerità è utile». Al livello interno serve la stabilità politica: «E’ cruciale recuperare fiducia ». Al suo fianco, c’è il ministro uscente Vittorio Grilli, anche lui «grato» a Napolitano: «L’agenda è quella di Monti, non ci sono alternative ». Sul palcoscenico del Fmi irrompe pure il caso Cipro. Il tedesco Wolfgang Schaeuble dichiara che Nicosia è «un modello » per eventuali, futuri salvataggi dentro Eurolandia. Significa che i correntisti, nella visione del più autorevole ministro della Ue, devono contribuire a risanare una banca in crisi, se necessario. Grilli replica: «Nicosia è un caso isolato e non può essere considerato un esempio».
E dunque, il nuovo governo non potrà abbandonare la strada del rigore. Spiega Visco: «E’ vero che si può agire sulla composizione delle spese e che, come ha detto Draghi, occorre ridurre le tasse. Ma si deve dire che c’è una stella polare: i conti devono essere in ordine e il vincolo di bilancio rispettato». Nella lettura del governatore, «la crisi è grave». Non si cresce aggirando i vincoli ma solo recuperando il bene prezioso della fiducia. Ci vogliono gli investimenti delle imprese. Con le sue parole: «Senza investimenti non c’è ripresa, ma gli investimenti non ci sono se le prospettive sono insufficienti e tali saranno se le incertezze politiche non vengono eliminate». E Grilli: «La prudenza fiscale e le riforme strutturali già messe in opera sono la base per il futuro. Per quanto difficile, questa strategia non ha alternative». Il ministro Schauble riparla del “modello” Cipro per eventuali, nuovi salvataggi. «Il coinvolgimento dei proprietari, dei possessori di bond e dei correntisti non assicurati deve essere la regola se una istituzione finanziaria va in crisi». E più avanti: «Se non fosse così non potremmo controllare il problema dell’azzardo morale di quegli istituti che, per fare grandi profitti, si prendono enormi rischi scaricando poi le perdite sulla collettività . Questo non deve essere permesso ». La questione del “modello” cipriota ha già creato un forte impatto sui mercati quando, un mese fa, il neo il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, aveva fatto un commento simile, salvo poi essere subissato da una valanga di critiche. «Ingiustificate e non fatte da me», precisa ora Schaeuble. Di fronte alle polemiche, “mister euro”, anche lui a Washington, cerca ora di dire e non dire. Per cui senz’altro Cipro «è un caso specifico», ovviamente «ogni situazione deve essere affrontata diversamente ». Ma il modello seguito per Nicosia «serve a creare un kit di strumenti » con cui gestire le crisi Ue e per fare questo «bisogna muoversi rapidamente verso l’unione bancaria europea». Per la cronaca: il governo cipriota, insieme alle autorità europee, ha stabilito che i correntisti con depositi superiori ai 100 mila euro contribuissero alla ricapitalizzazione degli istituti bancari in crisi.
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