Primavera di Praga, scontro sulla memoria

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PRAGA. Nel 45° anniversario della Primavera di Praga, che «esplose» nel marzo-aprile 1968, si torna a ravvivare il dibattito sulla memoria storica nella Repubblica ceca. La miccia è partita da un’infornata di nomine al Consiglio d’amministrazione dell’Istituto per lo studio dei regimi totalitari (Ustr) da parte del Senato ceco. Dopo anni di predominio della destra alla Camera alta, il Senato è ora retto da una solida maggioranza socialdemocratica, che ha nominato nel cda dell’Ustr alcuni intelettuali di riferimento come il politologo Lukas Jelinek e il sociologo Michael Uhl. A breve giro è stato sfiduciato il direttore Daniel Hermann, che ha commentato l’accaduto puntando il dito contro gli socialdemocratici. Tuttavia la sfiducia a Hermann ha fatto partire una valanga di dimissione dal cda, dal Consiglio scientifico e da altri organi collegiali.
L’Ustr ha una posizione particolare tra gli istituti scientifici cechi, in quanto le sue funzioni sono fissate per legge. In primo luogo deve gestire gli archivi della polizia segreta Stb, una funzione di grande rilievo e delicatezza, visto che rimangono in vigore le leggi sulle proscrizioni per chi sia stato agente o collaboratore consenziente con i servizi segreti. In secondo luogo deve condurre la ricerca scientifica e -presumibilmente- deve dare un’interpretazione quasi ufficiale del periodo 1948-1989.
L’attuale scontro sull’Ustr tra la sinistra moderata e la destra è indicativa di diversi punti di conflitto. In primo luogo c’è l’interpretazione storica del periodo 1948-1989, quando fu al potere il Partito comunista cecoslovacco. Per la destra i gli storici d’area dell’USTR in tutto quel periodo la Cecoslovacchia fu uno stato totalitario guidato dal Partito comunista cecoslovacco. In quest’ottica gli archivi della polizia segreta assumono un valore enorme, in quanto rappresentano il cuore dell’apparato statale.
Tuttavia ormai molti storici dubitano, che il paradigma del totalitarismo possa essere applicato in maniera così estesa e disinvolta. Un punto di rottura è rappresentato dalla Primavera di Praga, che con la sua atmosfera di apertura e libertà , oltre ad alcune riforme come l’abrogazione della censura, non riesce a essere esplicata usando esclusivamente questa concezione storica. Inoltre anche durante la cosiddetta normalizzazione le interazioni tra la società  e il potere politico avevano un carattere più complesso di quanto possa suggerire la teoria del totalitarismo. Perciò uno degli obiettivi dei nuovi consiglieri, nominati dal Senato a maggioranza socialdemocratica è quello di aprire il dibattito su questo punto fondamentale della memoria storica. Come spiega il consigliere Michael Uhl, «L’Ustr non può ignorare ciò, che avvenendo sul suolo accademico, dove si porta avanti un dibattito serio sulla concezione di sistema totalitario».
Il fatto, che la legge affidi gli archivi della polizia segreta a un istituto storico e non semplicemente a un’istituzione di stampo archiviale, sottolinea la delicatezza dei faldoni gestiti dall’USTR. Uno delle poche attività  dell’Ustr su cui vige un largo consenso è la digitalizzazione e l’apertura dei fascicoli, che stra portando avanti da diversi anni.
Visto, che molti fascicolo i sono stati scartati, i registri degli archivi sono frammentati e richiedono un significativo lavoro di cura e interpretazione. L’Ustr dovrebbe avere quindi un ruolo di mediazione e di ricomposizione dei contenuti d’archivio in un contesto storico, un ruolo totalmente disatteso negli scorsi anni. In diverse occasioni infatti l’Ustr ha direttamente o indirettamente favorito le campagne stampa contro noti personaggi della vita pubblica sulla base alle registrazioni contenute negli archivi. Il caso più noto è quello dello scrittore Milan Kundera, ma di tentativi di killeraggio contro uomini politici, dello spettacolo o dell’ambiente scientifico ce ne sono molti altri.
Insomma negli anni passati l’Ustr era diventato una macchina del fango e i suoi dipendenti suggeritori di articoli scandalistici senza rilievo storico e certe volte anche con gravi imprecisioni sui fatti accaduti. Anche questo infatti rappresenta lo scontro sul passato comunista, che è ancora molto vivo nella Repubblica ceca.


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