Obama a Boston: finiremo questa corsa

Loading

NEW YORK — «La ferita fa male ma andiamo avanti, finiamo la corsa. Boston non si fa intimidire, non cediamo alla paura: e l’anno prossimo, la terza domenica di aprile, questa città  celebrerà  il suo spirito indomabile scendendo in strada per la sua centodiciottesima maratona». Barack Obama finisce la sua orazione con un richiamo all’orgoglio di un popolo che trasforma gli applausi di solidarietà , sotto le navate gotiche della cattedrale di Santa Croce, in ovazione. Il presidente ha portato ieri la solidarietà  dell’America a una città  ancora sconvolta, ma che non accetta di farsi piegare dalle bombe. Il presidente ha visitato, con la moglie Michelle, i feriti negli ospedali, poi ha partecipato a una cerimonia interconfessionale nella cattedrale.
Appena la coppia presidenziale lascia Boston, l’Fbi rompe un lungo silenzio lanciando la caccia a due ragazzi sospettati di essere i responsabili dell’attentato. Vengono diffuse diverse immagini e un breve filmato. Del primo — cappello nero, zaino scuro e occhiali da sole — si vede poco. Sembra avere una carnagione olivastra. Il secondo, un bianco molto giovane con un cappello bianco e uno zaino chiaro, è più riconoscibile. È stato ripreso anche di profilo. I due per un pò camminano vicini. Un altro filmato (che la polizia non ha mostrato) lo riprende mentre lascia il suo zaino nel luogo di una delle due esplosioni. Gli investigatori hanno atteso a lungo prima di diffondere le immagini. Forse per non mettere i due in allarme. Qualcuno teme che possa scatenarsi una confusa caccia all’uomo. Ma alla fine ha prevalso il desiderio di avere l’aiuto di chi può aver visto o conosciuto i due. Funzionerà  il «crowdsourcing», la raccolta di informazioni dal basso? Rick DesLauries, l’agente speciale che coordina l’indagine dell’Fbi lo spera, ma intanto invita chi sa qualcosa a contattare subito la polizia: «Non fate gli eroi, sono estremamente pericolosi, armati». La mossa dell’Fbi ha spazzato via illazioni ed equivoci seminati dalla diffusione di foto di altri presunti sospetti, come quelle di due ragazzi con grosse borse pubblicate e poi ritirate dal New York Post.
La sortita degli investigatori chiude, a Boston, una giornata di celebrazioni. Nella cattedrale cattolica, il cardinale O’Malley ha letto un messaggio di Papa Francesco prima di passare la parola ai rappresentanti delle altre fedi, al sindaco Tom Menino, al governatore dello Stato Deval Patrick e, soprattutto, a Obama. Che ha parlato con toni personali, intimi di una città  che lo ha accolto da studente e nella quale ha pronunciato, nel 2004, il suo primo, importante discorso politico. Il presidente ha anche ricordato con commozione le vittime e soprattutto il piccolo Martin Richard, 8 anni, che agitava cartelli inneggianti alla pace poco prima di essere ucciso dall’esplosione.
Ma, soprattutto, è andato a dare coraggio all’America, ha promesso giustizia a un Paese scosso dalle bombe di Boylston Street e anche dalle lettere avvelenate recapitate al Congresso e alla Casa Bianca. Almeno su quest’ultimo fronte, il caso è stato risolto con l’arresto del responsabile: il 45enne Paul Kevin Curtis, uno strano personaggio del Mississippi, un cantastorie imitatore di Elvis Presley arrestato più volte per comportamenti violenti. Parlava da tempo di strani complotti, ma di recente deve essere completamente uscito di senno. I parenti raccontano che si sentiva maltrattato dal governo. Così ha mandato la prima lettera alla ricina a Roger Wicker, il senatore del suo collegio che, in passato, lo aveva addirittura reclutato per una manifestazione pubblica da lui organizzata. E ha quasi firmato la missiva scrivendo, alla fine di una frase delirante, «messaggio approvato da KC».


Related Articles

L’Europa ancora in prima linea

Loading

l’Europa viene di nuovo tra­sfor­mata dagli Stati uniti tra­mite la Nato in prima linea del con­fronto Ovest-Est, con la col­la­bo­ra­zione delle oli­gar­chie poli­ti­che ed eco­no­mi­che euro­pee

“Pechino viola l’embargo e vende armi a Teheran”

Loading

Il gigante asiatico è diventato il primo fornitore militare della repubblica islamica. Gli Usa: “Sanzioni Onu ignorate, all’Iran tecnologia nucleare cinese”

Caccia, portaerei e organici record ora la parola d’ordine è “tagliare”

Loading

L’Italia ha ordinato 131 F-35: costeranno quanto una manovra finanziaria L’affondo del Pd: “Scandaloso che si sottraggano risorse per strumenti di guerra, agli antipodi con le necessità  dell’Italia” Il nuovo ministro ha debuttato davanti al Parlamento annunciando che anche le Forze armate sono pronte a fare austerità  Per giustificare 180 mila soldati, come quelli che ci sono attualmente, ci vorrebbe una guerra, o un terremoto Dovremo rivedere la lista delle spese Gli stipendi valgono il 62 per cento del bilancio della Difesa, 23 miliardi di euro più 1,4 miliardi per le missioni all’estero

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment