Notai, avvocati e dentisti: 10 mila segretarie vanno in «Cig»

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Ma ciò che preoccupa maggiormente è che quest’anno la crisi morde ancora di più gli studi professionali e le previsioni (stilate in base al primo trimestre 2013) dicono che il ricorso alla cassa integrazione potrebbe toccare 10 mila persone. Se però si considera che la cassa integrazione è una conquista ancora poco nota e largamente sotto utilizzata dai professionisti, si capisce che il numero di segretarie, impiegati, assistenti di poltrona rimasti fuori dal mercato del lavoro è sensibilmente più alto.
Insomma non c’è tempo da perdere come ribadisce Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni: «Si tratta di un trend preoccupante, anche se i numeri sono abbastanza contenuti rispetto ad altri comparti produttivi. Bisogna tenere conto del fatto che sono in pochi gli studi professionali che sanno di poter ricorrere a questo ammortizzatore sociale. Quindi si tratta di numeri che sono spia di un fenomeno molto più diffuso e rappresentano per questo un segnale d’allarme per un settore che offre lavoro a circa 1 milione di persone in tutta Italia. Se poi si considera che gli studi professionali occupano mediamente 2,7 dipendenti, emerge con tutta evidenza la difficoltà  dei professionisti-datori di lavoro di fronte a una crisi che non accenna ad allentare la sua morsa. Alla luce dei dati emersi e tenuto conto del calo esponenziale dei ricavi dei professionisti, ci attendiamo un sensibile aumento della Cassa in deroga anche quest’anno in corso. In una simile condizione diventa urgente individuare nuove risorse per finanziare gli ammortizzatori sociali».
E una soluzione è già  in vista: entro un mese al massimo le parti sociali, i sindacati (tra cui Confprofessioni) e l’Inps vareranno un fondo di solidarietà  per il sostegno al reddito. «Tutti i dipendenti sospesi da più di novanta giorni – spiega Stella – sia quelli che lavorano in studi con più di 15 dipendenti che quelli con un dipendente solo, potranno far ricorso all’ente bilaterale che verserà  il 20 per cento dello stipendio a integrare il 60 per cento attualmente erogato dall’Inps. Il fondo andrà  in aiuto di tutti i dipendenti che hanno un contratto per studi professionali, quindi sia quelli delle professioni ordinistiche che quelli appartenenti alle non regolamentate». Dunque un provvedimento concreto, nato anche grazie alla disponibilità  dei datori di lavoro, in un mondo che ha cambiato rapidamente faccia. Una sorta di cambio di scenario sociale, quello in cui un tempo un impiegato di uno studio notarile sentiva il suo posto di lavoro al riparo da qualsiasi crisi e che ora non è più così. La crisi economica ha morso l’intero comparto, comprese le professioni tradizionalmente più anticicliche, come i notai, facendo registrare un calo del fatturato del 30% per dentisti, avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro, e del 25% circa per architetti, ingegneri e periti. «Non a caso gli studi più colpiti sono quelli dell’area economica e giuridica – continua il presidente di Confprofessioni – dove si registra un forte balzo in avanti della Cig negli studi commerciali e tributari, in quelli legali (+347% rispetto al 2011) e notarili dove il numero di dipendenti si è praticamente dimezzato, passando dai 70 mila del 2005 agli attuali 35 mila. La crisi ha congelato un’area considerevole di questo mondo: è precipitato il numero dei rogiti e gli atti societari che alimentano il giro d’affari dei notai. Sono aumentate le controversie che alimentano l’attività  degli avvocati che però fanno una fatica incredibile a incassare le parcelle».
Infatti il quadro congiunturale degli studi è aggravato proprio dalle difficoltà  che tutte le diverse aree professionali (economica, giuridica, sociale, tecnica e sanitaria) affrontano per l’incasso delle parcelle. «Si tratta di difficoltà  unanimi — ribadisce Stella— che si riscontrano persino nell’area sanitaria, dove le sofferenze maggiori si registrano tra odontoiatri e dentisti che, dopo aver introdotto i pagamenti dilazionati, devono ricorrere spesso al recupero crediti. E poi persino gli psicologi, che di questi tempi hanno visto aumentare la loro clientela, si segnalano tra le categorie più in difficoltà  a causa dei mancati pagamenti». Scenari mutevoli e privilegi in declino. La crisi non sta facendo sconti.


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