Nessun nuovo decreto sulla cassa in deroga

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ROMA — L’emergenza c’è, ed è talmente grave che per sanarla servirebbe il doppio dei fondi finora considerati. Ma il governo in carica è in scadenza e non può risolvere la scottante questione (trovare i soldi per far sì che chi è rimasto senza lavoro possa andare in cassa integrazione) varando un nuovo decreto. Forse, però, si può “salire” al volo su un provvedimento già  in atto: quello sui pagamenti della Pubblica amministrazione.
L’incontro di ieri fra il ministro del Lavoro Fornero e le parti sociali, su come rifinanziare la Cig in deroga per l’intero 2013, si è chiuso con un rinvio. Il ministro ha ammesso la gravità  del caso, tanto da annunciare che i fondi necessari ammonterebbero ad almeno 2,3 miliardi: solo pochi giorni fa le stime si aggiravano sul miliardo. Ma raddoppiata la cifra, la soluzione resta da trovare. «Il nostro governo è in scadenza, non possiamo fare decreti», ha detto la Fornero a sindacati e imprese. E parlando di se stessa ha precisato: «Non è facile trovare le risorse e certamente non può farlo il ministro da solo». Dunque non basta l’impegno del Lavoro: sul fatto concordano anche i sindacati che hanno chiesto un nuovo incontro a Palazzo Chigi alla presenza del premier Monti e del ministro Grilli. Richiesta appoggiata pure dalla Fornero: «Supereremo le resistenze», ha assicurato, riferendosi alle divergenze di vedute con Grilli.
Il titolare dell’Economia – si sa – non sembra convinto dell’emergenza del caso («i soldi ci sono e il governo non lascia spese scoperte», ha detto solo qualche giorno fa), ma il pressing delle ultime ore deve aver lasciato il segno. I sindacati, che ieri hanno protestato unitariamente di fronte a Montecitorio, hanno fatto notare che, senza interventi sulle risorse, entro la fine dell’anno 500-700 mila lavoratori rischiano di restare senza ammortizzatori sociali e senza reddito. Ecco quindi che lo stesso Grilli ieri sera ha suggerito la via d’uscita. Il governo ha le valigie pronte e non può fare altri decreti, ma le Camere possono inserire il rifinanziamento della Cig su un treno veloce già  in viaggio: il decreto dei pagamenti che la Pubblica amministrazione deve alle imprese. Varato un paio di settimane fa, dovrà  essere convertito in legge fra una quarantina di giorni e la presidente della Camera Laura Boldrini ha subito fornito la sponda: «Con la Commissione speciale siamo in grado di esaminare in assoluta tempestività  qualsiasi provvedimento urgente », ha precisato. Resta la questione delle risorse: «Il Parlamento deve trovare le coperture necessarie» ha sottolineato Grilli. Quelle per i pagamenti delle P.a. ci sono: «Quattordici miliardi in cassa, 26 attivabili dallo Stato ». Ora si trovino altri fondi per la Cig. Ma l’importante, raccomanda il ministro, è far sì che il deficit non sfori il tetto del 3 % sul Pil. Dove pescare i soldi? Il sindacato qualche idea ce l’ha, anche se ieri, nella protesta davanti a Montecitorio, si è beccato i fischi di alcuni lavoratori che lo hanno accusato di essersi occupato del tema in ritardo. «Si rinviino le spese militari già  programmate, paghino il conto le rendite finanziarie e i grandi patrimoni», ha suggerito Susanna Camusso, leader della Cgil. Se la risposta non arriverà , presto si tornerà  in piazza, promettono la Cgil stessa, Cisl e Uil.


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